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8 Agosto 2024Cdm con flat tax
Il ministro: “L’ho scelta perché è brava”. E sulla Rai? “Si può valutare la privatizzazione di una parte”
Il fantasma di Pier Silvio
Roma. Giancarlo Giorgetti fa surf: nomina la prima donna ragioniera d’Italia, Daria Perrotta, il cigno di stato, dice che una parte della Rai si può privatizzare, “valutiamo”, infine, cari paperoni, e paperini, stranieri, se venite in Italia, da domani, si paga di più. La flat tax aumenta. L’imposta secca passa da 100 mila euro a 200 mila euro. L’ultimo Cdm con il solleone finisce con una conferenza strepitosa. Il primo a presentarsi è il ciuffo Pnrr, Raffaele Fitto, il ministro trafitto dai balneari. Domanda: ministro ma sulle concessioni balneari come si fa? Lo sa che c’è lo sciopero, chiudono gli ombrelloni? E lui, prosa superlativa, testuale: “In Europa c’è un confronto sulle concessioni balneari che va avanti con le sue complessità”. Significa che servono le gare e che ai balneari non resta che ordinare una granita. Fitto parla per cinque minuti, poi fa staffetta con Giorgetti-Bernini-Pichetto, Leo, gli atleti leggeri,
i ministri di grazia e pudicizia. Giorgetti che è abbronzato, betacarotene, non vede l’ora di rispondere che il cigno di stato, Perrotta, il suo capo del legislativo, la nuova ragioniera è bravissima e che lui è un peccatore: “Se il fatto che la ragioniera non arrivi dalla Banca d’Italia è peccato mortale, ebbene sì, ho compiuto un peccato mortale”. Poi, grazie al betacarotene, continua: “Siccome-Perrotta è brava, lo dicono tutti, ho pensato di indicarla”. Il Foglio gli chiede se la Rai si può privatizzare e il ministro risponde che sì, si può fare, in modo “parziale” e che il dg Rossi “è in grado di fare l’ad”. Meloni non si vede. Lollobrigida cerca granchi (e talpe al ministero). Fitto, un lido aperto. Ferie, quando?
Paperon Giorgetti
Tassa mille “milionari” stranieri, nomina Perrotta ragioniera. E sulla Rai…
Chi lo dice che la voglia di ferie non aiuti? I Cdm sono veloci come le risposte della fidanzata lontana: “Grazie, caro. Baci, a presto”. L’ultimo consiglio dei ministri, il più ricco dell’anno, si protrae per un’ora e qualcosa. I giornalisti a Roma, convocati a Chigi, quando sentono Fitto che parla di Zes unica e di miliardi che lui stanzia (“una cifra come mai è stata prevista e immaginata”) capiscono che è l’ora del tuffo. Anche Fitto, finora il migliore, è nella fase Calimero- piagnone e si lamenta con la stampa di “polemiche strumentali per quanto riguarda il credito d’imposta”. A dirla tutta, raccontano che l’operazione “scateniamo l’inferno in Europa sui report” era stata pianificata dal colonnello Kurtz Fazzolari, il vegetariano, insieme a lui, Fitto il pallido. La “fazzolarata”, la tassa sugli extraprofitti 2024, attesa, non arriva. Nel Cdm, presenti tutti i ministri, pure Genny Sangiuliano “il crudele” (sul suo social appare una card per celebrare i due secoli e mezzo di Napoli, ma sono in realtà 2.500 anni. Risultato? Si licenzia il suo social media manager con tanto di Genny tweet: “L’errore è suo. Accetto le dimissioni”). L’unica trovata è la flat tax per i paperini- paperoni che Giorgetti chiama “i miliardari” (non sono neppure mille i colpiti dalla flat tax surf ; l’Ft sbuffa). La tassa sugli extraprofitti non si fa anche perché, dicono dal Mef, “si rischia la fine del vostro amato Draghi. Ricordate gli extraprofitti energetici? Vennero impugnati”. Giorgetti però non ci rinuncia: è betacarotene, ed è
carico. Ci tiene a far sapere, alle banche, di che crema solare è fatto, e avvisa “che non ci saranno tasse sugli extraprofitti per le banche, ma sui profitti sì, come per tutti gli altri”. Sulla Rai, che se potesse venderebbe al primo pescatore di lago, dice che “bisogna capire cosa si intende per servizio pubblico”, perché “se la Rai fa cose non essenzialmente di servizio pubblico uno può valutare l’ipotesi di parziale privatizzazione”. Alla Camera, intanto, Giuseppe Conte bacia Elly che bacia lui e pure Andrea Orlando (sempre più candidato larghissimo in Liguria). L’estate parlamentare sta finendo e i leghisti si portano in spiaggia le parole crociate. Uno verticale: Il Pier editore Mediaset che in autunno scende in campo. Mezza Camera parla di Pier Silvio Berlusconi che addirittura, l’indiscrezione ultima, sarebbe andato in America a fare un corso di comunicazione. La Lega è preoccupata. I manager del nord, che non si sentono protetti dalla Lega, acquistano pubblicità su Mediaset e chiedono: “Ma Pier che fa?”. Andrea Crippa, il vicesegretario della Lega, si consulta al Pastation con Tommaso Verdini. Gli uomini di Salvini: “Non è Pier Silvio il problema. E’ la macchina Mediaset. Se arriva lui, siamo in guerra. Un chinotto?”.