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Potrebbe essere sentita la polizia penitenziaria. L’ex capo del Dap, Ardita: la dicitura è solo una prassi
Virginia Piccolillo
Roma La spiegazione del ministro Carlo Nordio non ha chiuso il caso delle rivelazioni sui colloqui in carcere tra l’anarchico Alfredo Cospito ed esponenti della criminalità organizzata che lo incoraggiavano a proseguire il digiuno per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo. Non solo dal punto di vista politico, ma anche giudiziario.
La Procura di Roma, che ha ricevuto l’esposto del leader dei Verdi Angelo Bonelli sulla rivelazione di segreti d’ufficio, non ha chiuso le indagini. Anzi. Da indiscrezioni, intende procedere per capire cosa è accaduto. Potrebbero essere ascoltati nei prossimi giorni anche gli agenti del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria, che hanno redatto le relazioni con le parole di Cospito agli esponenti della criminalità al 41 bis. Per capire cosa significhi nel concreto quella dicitura «a divulgazione limitata» apposta sulle due relazioni che riferivano i suggerimenti e l’incoraggiamento dei boss di ’ndrangheta, camorra e mafia, all’anarchico. Il suo orgoglio: «Fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici. Anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma». «Sono venuti quelli a rompermi il c…». E l’auspicio del killer: «Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo».
Una ricostruzione dei fatti è gia filtrata da via Arenula. Data la fretta del Guardasigilli di rispondere all’opposizione sui fatti riferiti in Aula dal vicepresidente Copasir Donzelli, appresi dal sottosegretario Andrea Delmastro, si è usata una procedura fast. Assieme al plico partito con il motociclista si è scelto di inviarli anche via mail. Dato il contenuto si è apposta la dicitura «limitata divulgazione».
Il Guardasigilli
Per il ministro
le relazioni degli agenti del Gom non erano segrete né riservate
Secondo il ministro una «prassi». Giacché quelle due relazioni degli agenti del Gom non avevano alcun livello di classificazione. Non erano segrete e nemmeno riservate.
Ma potrebbe esserci una violazione di segreto d’ufficio? O la rivelazione di notizie utili a indagini o intelligence? Secondo l’ex capo del Dap e magistrato antimafia, Sebastiano Ardita, no. «Non c’è notizia di reato. Sono atti raccolti attraverso l’attività di polizia penitenziaria che ricadono sotto la responsabilità piena del ministero della Giustizia che li può utilizzare per la gestione della sicurezza pubblica come meglio crede», spiega l’ex componente del Csm. E aggiunge: «La loro gestione compete quindi all’esecutivo non alla magistratura». Quanto alla dicitura «divulgazione limitata», spiega, «indica la cautela raccomandata da chi forma l’atto affinché sia il ministero a decidere cosa farne; e non può avere certo la funzione di limitarne l’utilizzo al vertice della propria amministrazione».