Pordenone, i militari Usa non vanno a processo in Italia
26 Agosto 2022News, press
26 Agosto 2022di Davide Serra
«Un mese fa c’è stata una cena a Londra con quaranta tra banchieri d’investimento e gestori di fondi: trentacinque di loro avevano in testa di vendere allo scoperto titoli italiani», racconta Davide Serra. Il «ragionamento che fanno è semplice, quasi ovvio – spiega il finanziere -. Se non sono bastati Mario Draghi, 80 miliardi regalati dall’Europa e altri 120 miliardi a tasso zero per cambiare la rotta, allora Roma non riuscirà a ripagare il suo debito». Il Financial Times scrive che gli hedge fund stanno preparando la più grande scommessa speculativa contro l’Italia dal 2008, e il fondatore di Algebris non è affatto sorpreso.
Serra, i mercati hanno voltato le spalle all’Italia?
«Abbiamo rinunciato al nostro Ronaldo, dopo vent’anni è esplosa l’inflazione e abbiamo il debito nominale più alto fra i Paesi del G10: è normale che se la prendano con noi, siamo come un’azienda in difficoltà e con la prospettiva di non fare utili per un po’. Conti che i soldi migliori gli hedge fund li hanno fatti qualche anno fa, quando la Lega ha tirato fuori la boutade dei mini-bot. Quel partito si appresta a tornare al governo, e per loro c’è la prospettiva di fare altro denaro. Un movimento del 10% sul debito pubblico crea profitti per 250 miliardi».
Qualcuno ci vede fuori dall’euro?
«Sicuramente c’è qualche esponente leghista che ci pensa e i mercati lo sanno: sta arrivando gente che indossava la maglietta di Putin e che lo preferiva alla Merkel. Io dico solo: attenti. Ma la nostra posizione, come Algebris, è molto diversa da quella degli hedge fund».
In che senso?
«Ho imparato che i populisti mentono sempre. Ricorda i 5 Stelle? Dicevano no a tutto e poi hanno fatto l’opposto. Ma non solo in Italia, pensi ai Tories in Inghilterra: dopo la Brexit, hanno ammesso 300 mila immigranti dalla Nigeria e dal Pakistan. Per abbassare davvero le tasse l’economia deve crescere alla velocità della luce. Il centrodestra, che non può permettersi crisi, appena arriverà al governo sarà molto più razionale rispetto alle promesse».
Cosa glielo fa pensare?
«Giorgia Meloni ha capito che un conto è fare campagna elettorale in Italia, un altro parlare ai mercati e agli investitori. La vedo più matura rispetto agli alleati leghisti. Andava in America ai convegni di Trump, non a Mosca dallo Zar».
Chiunque andrà al governo dovrà affrontare un nemico nuovo, almeno negli ultimi decenni: il caro-vita. Nei mesi scorsi lei è stato duro con le banche centrali, molto attendiste di fronte a un’inflazione che si è dimostrata tutt’altro che transitoria. Siamo alla vigilia di nuovi aumenti dei tassi: basteranno a spegnere la corsa dei prezzi?
«Nel quarto trimestre del 2020 abbiamo scritto: c’è una bolla di inflazione, data dall’accelerazione della transizione verde. Dopo di che ci si è messa la guerra. I banchieri hanno aspettato ad agire per mesi, e solo per motivi politici. Ma l’inflazione è come un incendio, più prendi tempo, più è difficile fermarlo».
Ora sono intervenuti…
«E i risultati si vedranno: entro il 2023 gli Stati Uniti arriveranno al 3,5/4%, l’Europa al 2%».
C’è chi si prepara a speculare sul debito, e chi lo sta facendo sul prezzo del gas. Come si fermano aumenti che sembrano impazziti?
«Per prima cosa, bisognerebbe prendere a calci nel sedere chi ha bloccato le rinnovabili: abbiamo realizzato il 5% degli impianti autorizzati. Detto ciò, si ragiona su due soluzioni: un tetto europeo, che mi sembra irrealizzabile visto che i 27 Paesi hanno interessi diversi, e la compensazione dei prezzi per le sole aziende energivore, indispensabile».
Sia sincero: l’Italia ha già affrontato una situazione così difficile?
«Secondo me no. Nel 2011 c’era un tema di credibilità, ma l’economia reale marciava, i tassi scendevano e non c’era la guerra. Oggi invece, dal punto di vista di chi ci finanzia, avevamo il migliore di tutti e lo abbiamo mandato a casa. Abbiamo un conflitto in Europa, un prezzo dell’energia mai visto e in più i tassi d’interesse possono solo salire. Previsioni meteo così brutte non le ho mai viste. Non posso credere che il centrodestra non abbia qualcuno che glielo spieghi: c’è una tempesta di neve, bisogna essere pronti e attrezzati, non pensare di uscire in ciabatte».