Per la prima volta, il prossimo 25 settembre voteranno per il Senato anche sei milioni di under 25, fino all’ultima consultazione esclusi dal voto per la camera alta del parlamento. Ma per convincere questo nuovo bacino di elettori, oltre ad alcune proposte che si ripetono uguali in programmi di partiti anche non alleati, lo sforzo delle formazioni sembra essere fluita molto di più nei contenuti social per aprire nuovi canali con l’elettorato giovane.
È notizia recente lo sbarco del Pd sul social network TikTok, una piattaforma interamente dedicata ai video su cui sono attivi soprattutto utenti dai 10 ai 19 anni, che rappresentano il 32,5 per cento degli user totali e dai 20 ai 29, per una fetta pari al 29,5 per cento. I dem arrivano per ultimi dopo Carlo Calenda – pronto a «parlare di politica», ma meno disponibile su consigli di make-up o balletti – e Silvio Berlusconi, che intende il social network come ennesimo medium su cui riproporre le sue “pillole” di programma, videomessaggi che rilancia uguali su tutte le piattaforme.
Lo usano da parecchio più tempo Giuseppe Conte, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che ultimamente ha spostato su questo social network le dirette notturne che anni fa teneva soprattutto su Facebook. Anche Meloni e Conte lavorano con contenuti ad hoc, che a differenza del segretario del Carroccio, a cui piace mostrarsi anche mentre saluta due pastori nel mezzo di un gregge di pecore, provano a insistere sui contenuti dei loro programmi dedicati ai giovani.
Che in realtà assomigliano spesso più a slogan che a strategie strutturate. Come per quanto riguarda la proposta di Salvini di abolire il numero chiuso alla facoltà di medicina, da sempre uno degli ostacoli più alti per intraprendere quella carriera, o quella, come dice lui stesso agli utenti TikTok «che mi avete suggerito voi» di rendere i libri di scuola gratuiti per le elementari e le medie e far sì che i costi siano detraibili alle superiori. Oppure il liceo del made in Italy lanciato da Meloni sul palco del meeting di Rimini. Non è chiaro come i leader abbiano intenzione di affrontare i costi che si creano o la riorganizzazione necessaria.
Spesso anche le proposte scritte nei programmi delle coalizioni non sono molto più precise, e difficilmente sono indicati impatto economico e finanziamento delle proposte dei singoli partiti. Ma tante idee si sovrappongono, anche in programmi che sulla carta non avrebbero niente a che vedere l’uno con l’altro.
DIRITTI E SOSTEGNO
È per esempio il caso del sostegno all’acquisto della prima casa per i giovani. Un tema che, formulato in maniera diversa, torna nei programmi di tre dei quattro poli. Il Movimento 5 stelle propone la stabilizzazione degli sgravi fiscali per l’acquisto della prima casa a favore degli under 36. Il Pd punta a potenziare il fondo di garanzia mutui per la prima casa e vorrebbe introdurre un contributo affitti di 2mila euro per gli under 35 in base al reddito.
Nell’accordo quadro del centrodestra – dove “Giovani, sport e sociale” è il nome del quindicesimo e ultimo punto – si parla di «agevolazioni per l’accesso al mutuo per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie».
Tra i diritti che riguardano soprattutto studenti e lavoratori c’è il voto per i fuorisede, su cui spinge soprattutto il Partito democratico. Ma sono parecchi gli altri incentivi specifici per i più giovani che si trovano nei programmi elettorali. Sinistra italiana-Europa verde punta per esempio sul versante green degli incentivi, proponendo di rendere gratuiti trasporto pubblico e treni regionali per gli under 30. Azione e Italia viva invece sono pronte a offrire il viaggio in treno e il soggiorno per due notti in ostello a tutti i ragazzi tra i 18 e i 25 anni che vogliono visitare i siti archeologici, i musei e le gallerie di Roma.
PREVIDENZA E LAVORO
Comunanza di intenti tra M5s e Pd anche per quanto riguarda il diritto di voto da estendere anche ai sedicenni, argomento del cuore del segretario dem Enrico Letta e materia su cui si è esposto perfino il fondatore del Movimento Beppe Grillo, finora piuttosto defilato dalla campagna elettorale. I due ex alleati si ritrovano anche sulla richiesta di porre fine agli stage gratuiti: i Cinque stelle mettono sul piatto anche il rafforzamento del decreto Dignità, che prevede l’assunzione a tempo indeterminato dopo due contratti di durata limitata.
M5s, Pd e terzo polo guardano anche alla previdenza. Mentre i dem e il partito di Conte vogliono spingere per la creazione di una pensione di garanzia che protegga chi ha carriere intermittenti, Azione e Italia viva vorrebbero incentivare la previdenza complementare per gli under 35. L’avvocato del popolo propone anche il riscatto della laurea gratuito.
Più che alla previdenza dei giovani guarda a quelli dell’elettorato più avanti negli anni il programma del centrodestra. Oltre all’innalzamento delle pensioni minime, tra le priorità nel programma c’è «la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione», che nei comizi di Salvini si è già concretizzata più volte in Quota 41. La possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi senza limiti d’età, tuttavia, provocherebbe nuove spese che andrebbero a gravare, tra gli altri, anche sulle spalle dei giovani. In ogni caso, il centrodestra prevede anche la tutela del lavoro delle giovani madri nella lista delle sue priorità.
Un altro punto su cui diversi grandi partiti la vedono alla stessa maniera è l’incentivazione dell’assunzione dei giovani. I Cinque stelle vogliono la proroga dello sgravio per l’assunzione dei giovani, il centrodestra propone addirittura un rafforzamento dei meccanismi di decontribuzione. Zero contributi da pagare per le assunzioni a tempo indeterminato under 35 anche per il Pd. Aiuti in vista, poi, per l’imprenditoria giovanile: M5s e centrodestra parlano genericamente di incentivi, il terzo polo propone di posticipare e rateizzare le tasse per i giovani che avviano un’impresa.
L’alleanza Verdi-Sinistra italiana si propone di promuovere la creazione di startup agricole ecosostenibili, ma anche i Cinque stelle e il centrodestra vogliono battersi con investimenti per i giovani agricoltori.
SCUOLA E UNIVERSITÀ
Una delle proposte più controverse emerse al meeting di Rimini è stata quella di Letta di estendere l’obbligo scolastico fino ai 18 anni: la platea l’ha addirittura fischiato. Il punto è condiviso dal terzo polo e dalla sinistra: Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli propongono anche di estendere il tempo scuola, mentre Calenda al contrario spinge per rivedere i programmi per ridurre gli anni di scuola fino alla maturità da 13 a 12, per permettere «l’anticipo dell’ingresso dei giovani all’università e nel mondo del lavoro, allineandoci agli standard europei».
Il centrodestra, invece, vorrebbe «rivedere in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico» e «riconoscere la libertà di scelta educativa delle famiglie attraverso il buono scuola», da utilizzare anche per finanziare la retta di realtà private. Il terzo polo vorrebbe rivedere i programmi per potenziare l’educazione civica e introdurre percorsi duali negli Istituti tecnici superiori, oltre a mettere soldi sullo sviluppo di competenze informatiche degli studenti. Anche Si-Ev punta a ritoccare i programmi, stavolta per introdurre l’educazione sessuale e affettiva dalla quinta elementare e per modificare il sistema di valutazione degli alunni.
Terzo polo e centrodestra si ritrovano nella volontà precisa di incentivare le materie “stem”, cioè le discipline scientifico-tecnologiche. La coalizione di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia vorrebbe anche reintrodurre il prestito d’onore per gli studenti universitari e le borse di studio universitarie per meriti sportivi. Resta da capire dove si colloca, in questo quadro, la proposta di Salvini di ripristinare la leva militare per i giovani, di cui nell’accordo quadro non c’è traccia.