Migranti e idrogeno, l’intesa Meloni-Scholz corre su due binari
9 Giugno 2023I soliti metodi poco utili
9 Giugno 2023
di Massimo Franco
L’aspetto più eclatante della visita a Roma del capogruppo del Ppe, il tedesco Manfred Weber, non è tanto il modo in cui ha piantato paletti per escludere alleanze a sinistra: quello era prevedibile. A colpire è stata la nettezza con la quale li ha fissati a destra, precisando che l’alleanza potrà essere con conservatori e liberali; ma non con il gruppo al quale aderiscono la francese Marine Le Pen, Matteo Salvini e l’ultradestra tedesca di Afd. Per Weber, la premessa di ogni alleanza dev’essere il rafforzamento dell’Europa. È un segnale alla Lega, esitante a staccarsi dai compagni di strada continentali di questi anni. Ma se non lo fa, difficilmente potrà entrare nel «campo largo» di centrodestra che una parte del Ppe spera di creare dopo il voto del 2024. Salvini sembrava tentato da una manovra di sganciamento, ma incontra resistenze nello stesso Carroccio. E ieri ha incontrato André Ventura, leader di Chega, il partito ipernazionalista portoghese. L’insistenza di Weber sulla «centralità» di FI, partito di Silvio Berlusconi e del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, marca dunque il perimetro e i margini di manovra ridotti del capogruppo del Ppe. Tajani lo ha detto esplicitamente. «Non è possibile fare un’alleanza con il gruppo ID. La Lega è molto diversa da Afd e deciderà cosa fare: se rimanere in quella famiglia politica o fare altre scelte». Su questa preclusione pesano i problemi dei democristiani tedeschi, insidiati dall’ascesa elettorale dell’ultradestra. Ma sullo sfondo si delinea anche un contrasto di fondo sul conflitto provocato dalla Russia contro l’Ucraina; e dunque sui rapporti con la Nato. L’ambiguità di alcune posizioni sull’invio di armi a Kiev crea imbarazzi non solo a sinistra. Nello schieramento che si tenta di lanciare si intravede anche, se non la saldatura, la sintonia con alcuni settori della chiesa cattolica. Ieri sera Tajani e Weber hanno partecipato con circa cento parlamentari del Ppe a un incontro organizzato dall’Ordine di Malta con cardinali e monsignori su «Cristianità e Europa» e sulla loro missione. Nella «santa alleanza» contro la sinistra ci sono spazio e ruolo sia per i berlusconiani, sia per Giorgia Meloni e i suoi conservatori.
Ma se i numeri del 2024 frustrassero il progetto di spostare a destra l’asse continentale, i rapporti di forza consentirebbero comunque a gran parte della maggioranza che governa l’Italia di avere un peso. I colloqui di ieri tra il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e la premier col cancelliere tedesco, il socialdemocratico Olaf Scholtz, confermano un’alleanza solida; e una strategia comune sia nel sostegno all’Ucraina, sia nella consapevolezza che le regole del patto di Stabilità vanno cambiate. È solo un punto di partenza, ma da non sottovalutare.