Allora svendiamo (ndr)!
1 Ottobre 2023Antivax : les « V_V », ou le récit d’une dérive conspirationniste contre la politique sanitaire
2 Ottobre 2023“La fornace di Arbia oggi è racchiusa in un contesto urbano, la mano dell’uomo ha decretato che intorno alla grande fabbrica nascessero case e ora il grande spazio è circondato, assediato da una umanità che vorrebbe cancellare il segno di questi luoghi.
Se sommessamente posso dire la mia, non sono d’accordo, è giusto preservare, sanare ma demolire per costruire a nuovo trentamila mq di edificazione, previsione presente nel piano, è una follia, con la sola scusa che bisogna artificiosamente dare valore ai terreni perché i proprietari che li hanno sfruttati sino a ieri oggi per risanare abbiano risorse e possano “valorizzare” il sito togliendo l’amianto dei tetti e qualsiasi altra schifezza vi abbiano posto loro.
Spesso mi domando perché premiare per risanare i detriti di una manifattura che si ha dato lavoro, ma come è nata dovrebbe pensare a quello che lascia ad una comunità che l’ha sostenuta.
L’edificio centrale in mattoni è tutt’ora molto bello e sicuramente recuperabile per qualsiasi uso, il lunghissimo capannone col tetto a volta ha una sua dignità formale e poi fare altre case che facciano dimenticare cosa ha fatto nascere il borgo demolendo tutto che senso ha?
Riutilizzare il sito, il grande tetto ricurvo per costruire magari una grande comunità energetica senza uso di nuovo suolo, come un grande ombrello sotto il tetto potrebbero trovare rifugio attività commerciali, direzionali ma senza modificare le forme che oramai sono parte dei luoghi,
A guardare dall’alto devo con rammarico ammettere che solo la parte antica di Arbia ha forma e aspetto di “casa” di luogo dove poter tornare, saranno i vecchi mattoni delle facciate, i tetti a padiglione che danno forma ad un rassicurante luogo
L’opera dell’uomo trasforma, spesso distrugge e rende innaturali i paesaggi, oggi mi resta difficile guardare le sinuose, artificiose forme date alle strade delle nuove lottizzazioni, non hanno scopo, astratte non devono seguire un’ansa di una collina o superare un naturale dosso, disegnano qualcosa di artefatto, con quale connotazione mi viene da chiedere, provano forse ad addolcire un quartiere dormitorio dove rifugiarsi come lupi per la notte?”
Luca Gentili