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Nel 1974 fondò con Marina Pasquinuzzi la Libreria Senese, storica attività portata avanti dai loro figli
di Massimo Biliorsi
SIENA
A 89 anni ci ha lasciato Sandro Civai, storico libraio che volle fondare, con la collega Marina Pasquinuzzi nel 1974 la Libreria Senese di via di Città. Una vita vissuta in mezzo ai libri, all’odore inconfondibile dell’inchiostro, alle pagine fresche di stampa. Per chi come me legge e scrive, una sorta di San Pietro di un Paradiso pieno di profonde tentazioni, forse perché mi sono sempre immaginato l’altro mondo come una inesauribile libreria. Civai aveva iniziato come dipendente della Libreria Ticci, quella in via Banchi di Sopra, che aveva una scalinata così ripida che ogni libro trovato sapeva di trofeo conquistato. Poi, proprio cinquant’anni fa, il salto verso il diventare imprenditore, dividendo oneri e onori con Marina Pasquinuzzi. Per una attività oggi proseguita dai rispettivi figli. Come buona tradizione vuole. Ed era un grande senese, appassionato contradaiolo della Tartuca: braccio destro come tenente del mitico Mauro Bernardoni, uno dei grandi strateghi negli anni Settanta, seguito anche per l’acquisto di mitici cavalli come Rimini e Panezio, attraversando fin da ragazzo usi e doveri del rione, da tamburino di Piazza ad addetto al fantino. Chi vende libri tutta la vita non è ’solo’ un imprenditore, è un illuminato mecenate, perché una libreria è l’esempio di una società ideale. Quella che vorremmo. Una sicura porta per l’altrove. Il suo volto lo associamo alla notte prima degli esami, al libretto di poesie da regalare alla fidanzatina, e, nel mio caso, all’emozione di vedere la propria firma in vetrina. E nessun luogo è democratico come una libreria perché l’unico requisito è il nostro interesse. Dopo una vita dietro gli scaffali, ci consoliamo con la certezza che una libreria sia il luogo dove i morti aprono gli occhi ai vivi. Oggi camera ardente in Tartuca e nel primo pomeriggio funerali.