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Non è ancora sera quando, con un lungo applauso e grazie al voto unanime dei 157 senatori presenti, l’Aula di Palazzo Madama saluta l’approvazione definitiva del disegno di legge che introduce un giro di vite contro la violenza sulle donne, licenziato a giugno dal Cdm su proposta della ministra per la Famiglia, Natalità e Pari opportunità Eugenia Roccella. «È solo un primo passo, ma importante commenta lei stessa – per fermare questa catena di sofferenza e di morte. Ma una legge non basta. Serve un’azione vasta e tenace d’educazione e formazione ». Dall’opposizione, è invece la deputata di Azione Elena Bonetti, già ministra per le Pari opportunità, a rivendicare il fatto che «il ddl è in realtà il testo approvato dal governo Draghi, che l’esecutivo Meloni ha fatto proprio».
Il giro di vite. I 19 articoli del testo rafforzano strumenti di protezione delle vittime e di prevenzione: dall’ammonimento del questore alla distanza minima di avvicinamento, al braccialetto elettronico (che potrà essere applicato anche a “reati spia” come lesioni o minacce). Inoltre, dispongono l’arresto in flagranza differita per chi (anche con video o foto online) stalkera qualcuno. Infine, le nuove norme inaspriscono le pene, assicurano tempi rapidi per i provvedimenti dei magistrati e per i processi e fissano ristori per le vittime.
Intesa Meloni-Schlein. In nome del contrasto alla violenza di genere,
le due first ladies del-la politica italiana, la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein, trovano una interlocuzione che porta a due ordini del giorno (presentati dai dem, ma approvati dall’Aula dopo essere stati riformulati) che impegnano il governo a mettere in campo in tempi rapidi altri disegni di legge in materia. «Ho sentito Meloni. Almeno sul contrasto alla mattanza, lasciamo da parte l’aspro scontro politico – fa sapere Schlein -. E apprezzo il segnale che ha dato la maggioranza».
Accelerata in nome di Giulia.
Il voto arriva dopo una seduta d’Aula con molte assenze fra i banchi. E dopo un rush finale dei lavori in commissione, innescato dall’incalzare di episodi in cronaca, come la tragica uccisione della laureanda Giulia Cecchettin (ricordata con un «minuto di rumore» in Aula dal gruppo M5s). Per il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, si tratta di «un messaggio forte che governo e Parlamento hanno voluto dare per Giulia e per tutte le altre donne ». Mentre il capogruppo dei senatori dem Francesco Boccia apprezza «il voto favorevole a due nostri odg» coi quali «abbiamo ottenuto che venga finanziata con risorse adeguate la formazione per operatori sanitari e forze dell’ordine» e «che in tempi rapidi, dopo l’approvazione della legge di bilancio, si calendarizzino in Parlamento i disegni di legge sulla prevenzione e sul contrasto della violenza, a completamento della normativa vigente».
Il nodo dell’educazione affettiva.
Un odg della maggioranza, votato anche da Iv e Azione (mentre M5s, Pd e il gruppo Misto si sono astenuti) impegnato l’esecutivo
«a valutare l’opportunità di inserire nei programmi scolastici» delle scuole secondarie, col coinvolgimento dei genitori, «l’educazione al rispetto, anche attraverso una formazione emotivo sentimentale». Con un’avvertenza: « Non siamo favorevoli a cose strane fatte da drag queen nelle scuole», dice il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan. Ma Ivan Scalfarotto (Iv) rivendica come «una vittoria politica delle opposizioni che la destra finalmente dica di volere l’educazione sentimentale e affettiva nelle scuole».