Stuprata e non creduta per anni, interrogazione al ministro Nordio
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14 Settembre 2023La norma passa comunque in commissione. Nardella tace, il Pd chiede una verifica di maggioranza
Mauro Bonciani
Lo strappo è arrivato. Italia Viva ha bocciato la norma voluta e sostenuta dal sindaco Dario Nardella sullo stop ai nuovi affitti brevi turistici nell’area Unesco. Mimma Dardano e Barbara Felleca hanno votato nelle commissioni 2 e 3 riunite contro la variante urbanistica che introduce lo stop a chi non si è registrato nella piattaforma per gli affitti brevi prima che la norma sia in vigore, come accadrà a novembre (il Pd ha i voti per approvarla da solo, assieme alla Lista Nardella). Il no delle consigliere renziane si aggiunge a quello delle opposizioni di centrodestra, mentre il M5s si è astenuto e Sinistra Progetto Comune non era presente alla seduta congiunta (ma la scorsa settimana ha annunciato il suo sì alla norma).
Lo strappo nella maggioranza di centrosinistra in Palazzo Vecchio fa rumore sia perché è la prima volta, sia perché Nardella ha tenuto per sé le deleghe all’urbanistica dopo il licenziamento di Cecilia Del Re e sette giorni fa è stato due ore in commissione per spiegare il perché del provvedimento, ribadendo che se il governo nazionale farà una legge accettabile per regolamentare gli affitti brevi turistici Palazzo Vecchio ritirerà la sua norma che sarà operativa dopo un doppio sì in Consiglio comunale, il primo è previsto il 25 settembre, come necessario per le norme urbanistiche.
Felleca, ex Pd, e Dardano, ex capogruppo della Lista Nardella, hanno basato il loro no su tre motivi: la norma non distingue tra chi ha una casa e chi dieci, limita la proprietà privata e sposta la rendita altrove, cioè fuori dall’area Unesco. «Serve una norma nazionale, e questo strumento urbanistico è provare a chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati», ha detto Felleca, e Dardano ha sottolineato «che occorra intervenire sul tema è evidente e necessario, il problema è questa delibera». Una norma, per Iv, che «non risolve il fenomeno dell’over tourism e crea una ingiustificabile discriminazione», per cui dirà no anche in Consiglio comunale. Il parere delle due commissioni è stato positivo, grazie ai voti dem e della lista civica, ma lo strappo resta, tanto che il sindaco-assessore all’urbanistica non ha voluto commentare il voto di cui ha saputo l’esito in «diretta».
Il Pd ha chiesto una verifica di maggioranza dopo lo strappo, per il capogruppo Nicola Armentano e i presidenti della commissione sviluppo economico Enrico Conti e della commissione urbanistica Renzo Pampaloni «quanto accaduto questa mattina in commissione con il voto contrario di Iv dimostra una visione di città che non collima con quella portata avanti negli anni da questa amministrazione che stiamo guidando insieme ad Italia Viva, serve una verifica in tempi brevi». «Quello di ieri è stato un fatto politicamente rilevante, inusuale perché avviene senza averne parlato, ma soprattutto dopo che il confronto da noi chiesto sulla delibera ci è stato negato — sottolinea Armentano — È un gesto politico che non ha precedenti in questa legislatura. Un fatto che mette la maggioranza in difficoltà, uno sgarbo istituzionale anche al sindaco, e dobbiamo capire se ci sono visioni diverse anche su altri temi». Non è un ultimatum, ma serve un confronto urgente. «Crediamo nel valore del dialogo in maggioranza e riteniamo necessario un chiarimento prima del voto in Consiglio, l’approvazione della norma è prioritaria» concludono gli esponenti Pd.
Dura la replica di Italia Viva. «Questa delibera è l’ennesima bandierina ideologica figlia del nuovo corso del Pd, un provvedimento che non è stato condiviso con noi e limita la proprietà privata ed è destinato all’annullamento nei tribunali — dice Francesco Grazzini, coordinatore fiorentino di Iv — Come Armentano sa abbiamo già chiesto e fissato un incontro con la segreteria cittadina del suo partito. Sarà l’occasione di chiarirsi su questo punto e su tutti gli altri su cui abbiamo i nostri dubbi». «Ma l’assessore Meucci, di Iv, in giunta lo ha votato… Come fanno a dire che non è stato condiviso…», replica il Pd.
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