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21 Ottobre 2022di Pierluigi Piccini
Proviamo ad approfondire le questioni che si sono aperte in Consiglio comunale con la mozione relativa all’istituzione di una commissione interna per l’erogazione di contributi a terzi. Prima osservazione: il Comune di Siena non ha un regolamento specifico in materia, come invece previsto dall’art. 12 della legge 241/90 che così recita: “ 1. La concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati sono subordinate alla predeterminazione da parte delle amministrazioni procedenti, nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, dei criteri e delle modalità cui le amministrazioni stesse devono attenersi. 2. L’effettiva osservanza dei criteri e delle modalità di cui al comma 1 deve risultare dai singoli provvedimenti relati agli interventi di cui al medesimo comma 1”. Non essendoci il regolamento, questo deve essere fatto obbligatoriamente e non può che essere il Consiglio comunale, con apposita commissione, ad approvarlo.
Interessante è la sentenza della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Molise n. 4/2022. Nella sentenza vengono condannati due amministratori che hanno erogato delle somme in modo diverso da quanto previsto dallo stesso regolamento del Comune a cui appartenevano. Cosa sta a dimostrare tale sentenza? Che le norme regolamentari dei comuni devono essere pedissequamente rispettate, altrimenti si incorre nelle sanzioni. Ora non avendo Siena un regolamento di Consiglio, chi si assume la responsabilità dell’erogazione? Gli amministrativi? Non credo che sia un’ipotesi possibile: questi vorranno sicuramente una norma a cui attenersi, così come gli amministratori. Può un soggetto esterno gestire e predisporre l’erogazione di denaro pubblico? Credo che ciò sia impossibile. Tanto più che ogni singola erogazione dovrà essere documentata e avvalorata dai soggetti amministrativi competenti, che dovranno essere individuati dal regolamento che Siena dovrà inevitabilmente fare; la condanna della Corte dei conti scatta quando non si osserva il regolamento, ma anche quando questo non esiste. Si comprende la necessità di intervenire a riguardo, ma non possiamo far finta che non esista la legislazione di riferimento che ha l’obiettivo di assicurare la trasparenza e l’eguaglianza nei trattamenti a favore dei cittadini.
Perciò la “commissione di esperti” potrà lavorare quanto vuole se ha voglia e tempo, ma gli atti previsti dalla legislazione dovranno passare inevitabilmente per la commissione consiliare e il Consiglio comunale in quanto sono gli unici ad avere competenza in materia. Tutto ciò al di là della imminente campagna elettorale.