“Investiamo negli alloggi pubblici e via la cedolare secca agli affitti turistici”
22 Settembre 2023Strapaese
22 Settembre 2023Le liste per gli esami crescono, poco meglio le visite specialistiche
Giulio Gori
Per una gastroscopia, una risonanza magnetica o una colonscopia in Toscana può volerci anche un anno di attesa. Nonostante gli sforzi per recuperare i ritardi del sistema sanitario — esplosi con gli stop alle attività non Covid durante la pandemia — la complicata rimonta non sta riuscendo. E, malgrado le risorse investite per l’attività aggiuntiva, ovvero per pagare gli straordinari al personale in servizio, le carenze di organico rendono le liste d’attesa lunghissime, per i pazienti spesso insopportabili.
La diagnosticaDal monitoraggio della Regione sulle liste d’attesa emerge un quadro pesante sui tempi necessari per ottenere gli esami diagnostici. Le linee guida nazionali prevedono che le prestazioni siano offerte entro 10 giorni, se sulla ricetta è prescritto il codice di priorità «breve», 60 giorni con priorità «differibile», 120 giorni se «programmata». Il risultato è un lunghissimo elenco di sforamenti. A Prato per un elettrocardiogramma breve, ovvero un esame che i medici di famiglia prescrivono ai pazienti per i quali si sospetta un problema di cuore molto serio, ci vogliono 24 giorni. Scenario simile a Livorno per la Tac breve alla testa (22 giorni) e al rachide (23). Al Versilia, sempre con priorità breve, servono 22 giorni per un holter, a Lucca 20 per una risonanza all’addome. E si tratta di esami ad alta priorità. Per le prestazioni meno urgenti, lo scenario peggiora. Per una colonscopia differibile, a Pistoia, il tempo medio di attesa è di 307 giorni, il 400 per cento oltre il limite. Sempre nel distretto pistoiese, uno dei più in ritardo, un’ecografia alla mammella o una gastroscopia, entrambe differibili, richiedono 269 e 340 giorni. Significa che molti appuntamenti vanno oltre l’anno di attesa. A Firenze si arriva a 221 giorni per una spirometria differibile. E se ad Arezzo una risonanza magnetica all’encefalo (differibile) richiede 228 giorni, a Lucca per una risonanza magnetica all’addome (programmata) si arriva in media a 363 giorni.
Le visite specialistichePer le visite specialistiche le linee guida prevedono la stessa tempistica imposta per la diagnostica, con la sola differenza che la ricetta «differibile» prevede in questo caso un massimo di 30 giorni. Lo scenario stavolta è migliore, gli obiettivi centrati di più, ma non mancano i settori in sofferenza. Per una visita urologica differibile si attendono a Pistoia 157 giorni, a Empoli 155 e a Prato 254. Negli stessi tre distretti, la visita pneumologica differibile richiede 176, 280 e 182 giorni. In difficoltà anche l’otorinolaringoiatria, l’ortopedia (nella piana fiorentina servono 212 giorni per una visita differibile), la ginecologia (il record negativo a Pistoia con 204 giorni) e la cardiologia (la differibile a Livorno arriva a 107 giorni) e la dermatologia (107 in Lunigiana per la differibile, 321 a Lucca per la programmata). Lunigiana, Val di Cecina, Casentino (dove servono 200 giorni per una visita dermatologica differibile) sono le aree di maggiore sofferenza. Le grandi città hanno performance migliori. Ma ad esempio Firenze offre visite differibili in dermatologia in media dopo 110 giorni e otorinolaringoiatriche dopo 113.
Il caos organizzativoLa Regione cerca di riorganizzare le liste d’attesa in modo più efficiente, dividendo le prime visite dal cosiddetto follow up , i controlli, dando mandato agli ospedali di prendere in carico i pazienti di lungo periodo senza farli passare di nuovo dal medico di famiglia e doversi sobbarcare ogni volta l’attesa per una prima visita. Invece succede spesso che i pazienti debbano ricominciare tutto daccapo. Appena due giorni fa, una paziente che deve sottoporsi regolarmente alla gastroscopia per una metaplasia (fortemente a rischio di sviluppare un tumore maligno), all’ospedale di Borgo San Lorenzo, di fronte alle sue lamentele rivolte allo specialista (che le illustrava che il controllo andrà fatto tra molto tempo e la invitava a rivolgersi al medico di famiglia), si è sentita rispondere: «Tra due anni potrei essere morto».
E la chirurgia? La legge non obbliga le Regioni a rendere pubbliche le liste d’attesa, ma i segnali non confortano. A Careggi, nonostante lo sforzo degli ultimi mesi per sfruttare di più le sale operatorie, c’è chi è stato chiamato per fare le visite pre-operatorie per un intervento ortopedico al ginocchio dopo 17 mesi di attesa. E, a riprova della lentezza nell’esaurire le liste, la validità di quegli esami è stata di recente allungata a sei mesi, onde evitare il rischio di doverli ripetere invano.
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