IL CASO
MILA NO — Poche righe, ma dall’altissimo valore concreto e simbolico. È il messaggio con cui il presidente della Repubblica ha espresso il proprio sostegno all’Iqbal Masih, l’istituto comprensivo di Pioltello da giorni nella polemica per aver deciso di sospendere le lezioni il 10 aprile, in occasione di Eid al Fitr, la festa di fine Ramadan. La breve lettera di Mattarella arriva in risposta a quella che la vicepreside Maria Rendani gli aveva inviato giovedì, per invitarlo a visitare la scuola e ad intervenire per «scrivere la parola fine in questa triste storia».
Parlando a lei, il presidente della Repubblica afferma «di avere molto apprezzato» il messaggio, «così come — al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo — apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo». Il riferimento è allo sforzo messo in campo per l’integrazione, in un istituto che conta il 43 per cento di allievi di origine straniera. Del resto due anni fa era stato lo stesso Mattarella a nominare Rendani Cavaliere proprioper il lavoro svolto in questosenso.
Un’iniezione di fiducia importante per la comunità dell’Iqbal Masih, soprattutto alla luce dei tempi scelti dal Capo dello Stato, che ha fatto sì che la sua risposta arrivasse prima della riunione del consiglio d’istituto, chiamato a decidere se confermare la chiusura della scuola per il 10 aprile o tornare sui propri passi, come consigliato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Il messaggio è stato letto durante l’assemblea di lunedì sera, che ha visto il preside Alessandro Fanfoni e i rappresentanti di docenti, genitorie personale Ata votare all’unanimità per confermare lo stop delle lezioni in occasione di Eid al Fitr, sulla base «dell’altissimo tasso di assenza prevedibile». La presa di posizione di Mattarella è stata senza dubbio un incoraggiamento fondamentale. Soprattutto alla luce della polemica, molto politica e poco attenta alle ragioni della didattica, che da giorni coinvolge la scuola e che non accenna a sopirsi.
Dopo il consiglio d’istituto — che ha sanato le «irregolarità» rilevate dall’Ufficio scolastico regionale nell’ispezione del 18 marzo chiarendo le motivazioni «esclusivamente didattiche ed educative» della scelta erinunciando alle chiusure del 29 e 30 aprile per mantenere quelle del 10 e 26 aprile — infatti, Valditara, pur demandando «le ulteriori valutazioni del caso» all’Ufficio scolastico, ha ribadito di «credere che una vera e costruttiva inclusione necessiti di scuole aperte e non chiuse». Così, mentre l’istituto chiede di poter «tornare a vivere con tranquillità la scuola» e che venga «rispettata una scelta nata spontaneamente nel consiglio d’istituto, sulla base di motivazioni coerenti con il diritto all’educazione e all’istruzione e con la Costituzione », lo scontro prosegue. Da una parte la destra, con il governatore lombardo, Attilio Fontana, che parla di una decisione «assolutamente fuori luogo», e il deputato di Fratelli d’Italia, Ricc ardo De Corato, che annuncia un’interrogazione a Valditara «per capire quali azioni intenda intraprendere» poiché ritiene «l’insistenza dell’Iqbal Masih nel chiudere per il Ramadan una scelta non accettabile». Dall’altra il fronte variegato che sin dall’inizio appoggia l’istituto: dal Pd, che con la deputata Irene Manzi parla di «una lezione di civiltà», all’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, passando per l’imam Ali Abu Shwaima, presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia, che loda la decisione: «I cittadini di Pioltello devono essere orgogliosi della propria città e degli amministratori, inclusi gli insegnanti».
Intanto, la scuola guarda avanti: dedicherà il 21 maggio, Giornata mondiale della diversità culturale, alla riflessione sull’inclusione, l’interazione tra culture e il confronto tra religioni.