Il segretario della Cgil in tour in Toscana ha incontrato a Siena i lavoratori dell’azienda. “ Servono certezze che ad oggi non ci sono”
di Antonino Palumbo
« C’è bisogno di un impegno maggiore anche in termini economici da parte di Beko, se si vuole dare sostanza e credibilità all’idea di una continuità produttiva di questo stabilimento » . Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dopo aver incontrato ieri i lavoratori Beko in assemblea, di fronte ai cancelli dello stabilimento di Siena.
Da viale Toselli è iniziata la lunga giornata toscana che ha portato Landini a inaugurare la campagna regionale della Cgil per i referendum su lavoro e cittadinanza, prima all’Università per stranieri di Siena e poi al teatro Aurora di Scandicci. Dal segretario generale un secco “ no” alla proposta della Beko e cioè « cessare l’attività entro l’anno e poi avere un periodo fino al 2027 che sarebbe di cassa integrazione, e che preclude ad una cessazione dell’attività » . All’interno dell’accordo quadro ci deve essere « una soluzione per tutti gli stabilimenti » e « una continuità produttiva che vada oltre al 2025» ha evidenziato il leader della Cgil.
In caso di reindustrializzazione, inoltre, « servono delle certezze che ad oggi non ci sono. Per questo serve sia un impegno di tutte le istituzioni, locali e nazionali, compreso il governo. E serve avere quelle certezze che oggi non abbiamo equell’impegno esplicito in quella direzione da parte del gruppo che ad ora non c’è». Quella dei lavoratori della Beko di Siena è una lotta che per Landini assume un valore nazionale: « Se passa l’idea che i grandi gruppi multinazionali possono cominciare a chiudere e ridurre la loro presenza nel Paese, questo apre la strada alla deindustrializzazione ». E perciò «è importante che il governo, oltre ad aver dichiarato la golden power, si muova concretamente per far cambiare idea alla multinazionale».
Che i destini del sito produttivo senese siano considerati cruciali è stato sottolineato anche nella nota di Fim, Fiom, Uilm, Uglm, dopo l’incontro di ieri al Ministero delle Imprese sul caso Beko: « Dirimenti saranno non solo il numero degli esuberi complessivi, ma gli strumenti per renderli socialmente sostenibili, nonché gli impegni industriali per tutti gli stabilimenti e la definizione di un percorso credibile di reindustrializzazione per Siena».
Landini ha toccato anche il problema dei dazi e ha approfondito il discorso dei referendum su lavoro e cittadinanza, al centro delle assemblee che si sono tenute a Siena e Scandicci. Landini ha espresso la richiesta di «un decreto come è stato fatto per le europee, che permetta alle persone di votare dove sono » . E ha spiegato di aver chiesto un incontro alla Rai, perché tutti i cittadini siano messi nella condizione di conoscere e di sapere per andare a votare, perché il voto èun diritto: « In questo caso il voto può essere anche la rivolta, nel senso del cambiamento delle leggi sbagliate fatte in questi anni, che hanno penalizzato solo le persone, perché se uno è precario non è libero, se uno non arriva alla fine del mese non è libero. Se muori sul lavoro non sei libero » . A margine, il segretario generale della Cgil ha anche ribadito il sostegno totale ai magistrati aderenti ieri allo sciopero indetto dall’Anm.