Van Morrison – Astral Weeks
18 Giugno 2022Che relazione c’è tra ricatto occupazionale, svendita del diritto di cittadinanza e fenomenologia dell’astensionismo? Quale relazione tra consenso e fiducia?
18 Giugno 2022By Duccio Rugani
Pierluigi Piccini, romano di nascita, pistoiese e fiorentino nell’inizio della formazione politica, senese acquisito per la lunga militanza politica, amministrativa e bancaria che ha avuto nella nostra città. E’ stato sindaco, ai vertici della partecipata francese del Monte dei Paschi, protagonista di un braccio di ferro con lo Stato, forte del parere del giurista Rescigno che garantiva a Siena i maggiori benefici della Fondazione bancaria. E’ all’origine di tutti i protocolli palieschi che hanno avviato una diversa tutela della popolazione equina, per la Festa avviò una lite legale con il regista Zeffirelli. E altro ancora a cominciare da un blog – https://pierluigipiccini.it/ – in cui analizza e giudica Siena da anni.
Ti daremmo del Lei in omaggio a quel distacco giornalistico che ci vuole, anche se sentiremmo naturale darti del Tu per quel che di significativo c’è stato in passato. Cominciamo da qui: tu, lei, voi, loro qual è il suo modo di approcciare i senesi?
“Ritengo, in generale, il lei la forma migliore di approccio nei rapporti fra le persone. il Lei è rispettoso ed elegante”.
È una città paludata la nostra verso la quale manifesta accese critiche all’apparato sociale. Periodicamente si circonda di senesi, prevalentemente giovani suggestionati da intelligenza e carisma, ma buona parte di quelli che l’hanno conosciuta in passato hanno oggi riserve e timori su un suo ritorno al potere. Perché a suo modo di interpretare?
“Passato, passato è il tempo più congeniale alla città. Personalmente ho un altro tipo di approccio alla concezione temporale: il presente che è fatto di tutto il passato, ma che anticipa il futuro. Inteso come previsione, anticipazione. Per me il tempo è futuro passato. Siamo ancora al timore, non è un mio problema, il confronto sui contenuti sì, questo mi interessa. Confronto, per quanto mi riguarda, basato sempre sul togliere il velo della retorica inutile e delle convenienze di parte. Non ho mai lisciato il pelo dalla parte del verso, forse è questo che dà noia a chi si sente nei diversi apparati detentore di qualche forma di potere, la banalità di quest’ultimo, chissà?”
Continuiamo la disamina sul sociale e politico dei senesi. Di recente ho sentito ripetersi un concetto: la scarsa capacità di lungimiranza e di assunzione di responsabilità delle classi dirigenti senesi, prevalentemente borghesi, aprirono la strada alla presa di potere politico dei contadini. Ha delle considerazioni in merito?
“Borghesi? Contadini? Ma quando mai. Magari ci fosse stata una borghesia, non c’è. La città ha ceti medi diffusi che hanno vissuto sulle rendite di posizione che oggi non ci sono. Finite nella loro forma tradizionale. Meglio! Rendite di posizione che sono state sostituite dalle stesse, ma di dimensioni più esigue – commercio, beni culturali – che hanno generato un altro livello di alleanze sociali, un’altra composizione dei ceti medi, molto più fluide. Su quest’ultime si è appoggiata l’attuale amministrazione creando una situazione a tratti populistica e clientelare. La risposta è la costruzione di alleanze sociali più aperte che fanno del reddito da lavoro, dell’innovazione e della rottura delle posizioni la loro forza a beneficio di tutti gli attori sociali ed economici del territorio. Tenga anche conto che la struttura sociale di Siena e dell’area urbana più vasta che interagisce con la città capoluogo è profondamente cambiata, non risponde più alla retorica, narcisistica con la quale qualcuno cerca ancora di rappresentarla. Bisogna pensare ad un altro “welfare” che dia risposte alla nuova complessità delle domande sociali. L’esatto contrario dell’approccio di alcuni assessori che fanno della “maschia” semplificazione il loro metodo di governo”.
I beni informati la definiscono cuore pulsante del Terzo polo, quello civico. Quindi una terza, o quarta, campagna elettorale che la vedrà protagonista a sostegno della candidatura di Fabio Pacciani. Ci interessano due cose. La prima. Come si fa a tenere insieme uno schieramento di tale portata e con tali tendenze centrifughe senza alcuno di quegli strumenti di propaganda e consenso in uso nei partiti? E, a meno che non vi rendiate partecipi della proposta Calenda, che effetto potranno avere le di poco precedenti Politiche sull’unità del suo schieramento?
“Sant’Agostino da qualche parte dice che bisogna pensare con il cuore (cfr: Discorso 360/B, verso 13). Quando si adotta questo modo di fare, tutto diventa più semplice anche contribuire a un dialogo fra diversità. Diversità che non sono conflittuali, ma una ricchezza. Calenda, Letta, Renzi, Conte tutto va declinato a livello locale anche se le prossime amministrative saranno concomitanti con le politiche. Una cosa ci dicono sempre più le elezioni, stanchezza nei confronti dei partiti, grande astensionismo, spazio per liste civiche politiche che non siano civetta. Gli elettori sanno riconoscere l’autenticità delle proposte da quelle farlocche. Fabio Pacciani a detta della stragrande maggioranza dei senesi è persona autentica e stimata”.
E la seconda, a livello personale, perché continuare a cimentarsi con dispendio di risorse e energie fisiche e intellettuali per questa soluzione? Forse un senso estetico che gli rimane del suo bagaglio universitario e che la porta a voler completare qualcosa?
“Mi scusi ma l’impegno etico e morale ha una scadenza come il latte o dura e forma di sé l’esistenza delle persone?”
Avevamo una domanda su cosa c’è di migliore e diverso a livello di proposta politica per la città, ma l’attualità ci costringe a cambiarla. I rumors su una non ricandidatura del sindaco uscente che di sicuro avrebbe usato la forza dell’apparato cambiano la prospettiva. Se ciò fosse confermato verrebbe a cadere la valenza di una proposta di alternativa e tutti gli schieramenti dovrebbero cimentarsi in pari dignità nel proporne una di governo. Non trova?
“Gli altri schieramenti politici faranno quello che riterranno opportuno e noi ne prenderemo atto. L’unica cosa che posso dire è che rispetto all’unità del TPC (ndr, Terzo Polo Civico) che inizia a lavorare sui programmi e le consultazioni, gli altri da settembre avranno molte gatte da pelare sia a destra che a sinistra”.
Riteniamo che le aspettative verso i Democratici siano tornate a salire, loro malgrado. Tuttavia sembra evidente che gruppi di potere siano in lotta all’interno. Ci saranno alla fine dei perdenti. Pensa che il Terzo Polo possa esercitare un’attrattiva su quest’ultimi nei mesi a venire?
“Un’attrattiva nei confronti del Pd e non solo, il TPC l’ha già esercitata e la sta esercitando. Credo che questo fenomeno di attrazione aumenterà con la campagna elettorale”.
Politica, questa dimenticata. Sarebbe disposto a indicarci quali sono i personaggi politici locali che godono della sua considerazione negli ultimi venti anni e, se ci sono e li conosce, quelli che potrebbero esprimersi nei prossimi venti anni?
“Mah! Non mi piace fare nomi e non spetta a me dare le pagelle. Ci sono stati nel passato dei dirigenti importanti. Molti provenivano dai territori del Senese e si erano formati nelle lotte che dopo la guerra avevano interessato il territorio. Erano portatori di egemonia, che veniva esercitata intelligentemente in città per governare le varie componenti sociali, molto meglio identificabili all’epoca. E in città le alleanze anche politiche hanno portato alla crescita e al benessere. Poi all’egemonia si è sostituito il dominio, che in forma “stracciona” dura ancora oggi. E tutto è finito”.
Ilaud, Canali, consumo produttivo. L’unione di questi tre termini le ricorda qualcosa? Si tratta di un filone che avverte ancora possibile per il futuro di Siena o si tratta di un’occasione ormai mancata?
“Siamo in un’altra epoca, dominata dalla interdisciplinarietà e dagli algoritmi, nuova forma di dominio. La programmazione urbanistica non può che partire dalle domande sociali, in un nuovo rapporto tra pubblico e privato a vantaggio del primo. Definire altresì sistemi informatici, i famosi Data, che mettano al centro il rispetto dei diritti dei cittadini in una piattaforma locale”.
Definì per primo le contrade strutture sociali di riferimento e il Palio, un pericolo aggiuntivo per il consenso dei primi cittadini. Ora che le une sono in crisi per la latenza dei propri contradaioli e l’altro non viene effettuato da due anni, qual è il suo pensiero su questa peculiarità della città?
“Le contrade subiscono, essendo organi della società, le contraddizioni della stessa. E’ un periodo di trasformazione e come tale va affrontato. Continuo a credere che le contrade siano una risorsa istituzionale e sociale importantissima. Se dovessi dire qualcosa di più preciso le inviterei a farsi parte ancora più organica dell’intera collettività e ad essere consapevoli di se stesse e a non identificarsi nella sola corsa del Palio”.
Ora che Siena avverte come principale carenza la mancanza di progettualità, sente di aver ragione a posteriori in quell’ormai lontana querelle che la oppose al rettore Berlinguer che sosteneva che un sindaco deve esser solo gestore di servizi?
“Berlinguer è uno dei maggiori responsabili della situazione nella quale ci troviamo. Non lo prendo in considerazione”.
A taluni la facciamo per concludere. Ringraziandola per la disponibilità, le chiediamo di darci le risposte alle domande che non le abbiamo fatto…
“A ognuno il suo compito”.