Il derby Pontida-Lampedusa, lo showdown delle due destre
17 Settembre 2023Rashomon
17 Settembre 2023di Marco Travaglio
Sono tornati. Quelli del Partito dei Padroni fanno sempre così: per qualche mese si rassegnano a quei noiosi fastidi chiamati democrazia, elezioni, popolo sovrano, Costituzione. Poi è più forte di loro: gli scappa il golpe bianco. Non lo fanno apposta: ce l’hanno nel Dna. Non sopportano che governi chi è stato eletto da milioni di persone, a meno che non lasci comandare loro, che sono una dozzina (i voti non li contano: li pesano). Per un po’ lusingano e minacciano ogni nuovo premier o nuovo leader con i loro giornaloni, per vedere se obbedisce. Poi basta che quello prenda una posizione autonoma, senza chieder loro il permesso, e partono all’assalto per buttarlo giù. A Renzi non accadde perché da rottamatore si tramutò subito in restauratore, infatti fu il popolo a cacciarlo. Accadde a Salvini, ma solo per i primi sei mesi di governo gialloverde, quando votò Rdc, dl Dignità e Spazzacorrotti: poi sposò Tav, Benetton, prescrizione, precariato e divenne il loro idolo. Accade da cinque anni a Conte, che non obbedisce su nulla, infatti ha subìto una dozzina di Conticidi tentati e uno riuscito. Ora tocca a Meloni e Schlein, incensate per mesi perché non cambiavano nulla (a parte le proprie idee) e ora lapidate: la premier perché si permette un micro-prelievo alle banche e non si genuflette al Mes; la segretaria Pd perché stringe l’alleanza coi 5S e riscopre un po’ della sua vocazione antimilitarista.
È il destino di chiunque tenti la benché minima deviazione dall’ortodossia dei padroni italiani, europei e americani. Che hanno sempre pronto un governo tecnico guidato da loro per ribaltare il voto “sbagliato” del popolo bue (i veri fascisti danno sempre dei fascisti agli elettori). L’ultima reincarnazione del golpe si chiama “partito dell’Europa”: lo lancia su Rep Stefano Folli, la cantatrice calva (col riporto) dei padroni. Dice che la Meloni era partita bene, col presentat’arm a tutti gli establishment; poi ha bestemmiato i dogmi del Mes e di Gentiloni (parlandone da sveglio), s’è ricordata perché ha vinto le elezioni e ora “i centri in cui si decide la politica dell’Unione” (di solito logge o caveau) sono “insofferenti”. Anche con l’“opposizione Schlein-Conte”, che cresce nei sondaggi, ha azzeccato la campagna sul salario minimo, ma vuol dare i soldi ai poveri anziché ai ricchi, ai ladri e ai mercanti d’armi, quindi raus. Al posto della destra e del centrosinistra, il Folli invoca un appetitoso “partito dell’Europa… I nomi sono quelli di Gentiloni, Monti e per certi aspetti lo stesso Draghi, fautori dell’ortodossia europeista proiettata in avanti”. Gnamm. Bisogna “tenerne conto” anche se è “un partito senza voti elettorali” (sic). Il fatto che non abbia un voto sembra un handicap, invece è un vantaggio. Perché il popolo è populista.