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FIRENZE
Mentre prosegue il dibattito nel centrosinistra, la Multiutility divide anche il centrodestra. Da un lato la holding toscana dei servizi pubblici incassa l’ampia apertura di Fratelli d’Italia, anticipata da tempo dalla posizione del sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi. Dall’altro c’è il non gradimento della Lega che, pur non chiudendo al confronto, guarda a un modello diverso, radicato sui territori. Nel mezzo, Forza Italia, pronta a dire sì, ma a condizione di ricadute certe in tema di tariffe e benefici per i cittadini. Proprio ieri, la Lega toscana ha presentato una proposta di legge finalizzata a «riportare la gestione del servizio idrico vicina ai territori e per rendere gli enti locali protagonisti della gestione dell’acqua». «Il nostro partito – dichiarano i consiglieri regionali Massimiliano Baldini e Marco Landi, membri della quarta Commissione – ha sempre difeso l’idea dell’acqua come bene comune. Un principio tradito dal Pd, che ha scelto di istituire un ambito unico regionale. Davanti a questo modello le amministrazioni comunali hanno, già nel 2019, sollecitato Ait a definire sub ambiti ottimali per la gestione del servizio, corrispondenti alle sei attuali conferenze territoriali. Noi andiamo oltre e chiediamo che siano dieci, una per provincia». La proposta di legge parla solo di acqua, ma la filõsofia è chiaramente opposta alla centralizzazione della Multiutily. «C’è una discussione in atto e siamo pronti a parlarne – prosegue Baldini – ma la Multiutility non ci piace. Come Lega siamo tradizionalmente contrari ai carrozzoni e favorevoli a una forte vicinanza ai territori». Non la pensano così gli esponenti di Fratelli d’Italia, che nella giornata di venerdì hanno organizzato a Siena un convegno sulla Multiutility. «Le gestione pubblica vecchio stile non è più realizzabile – dice il capogruppo regionale di Fdi, Francesco Torselli – perché mancano i fondi necessari a gestire le infrastrutture. Quindi le possibilità sono due: pagare qualcuno perché organizzi i servizi o creare una realtà che possa competere con quelle esistenti a livello nazionale e internazionale. Fra queste ipotesi, noi scegliamo la seconda, che permette di lasciare ai Comuni utili da reinvestire». E per la quotazione in borsa? «Venerdì sia Macrì (presidente di Estra ndr) che Irace (amministratore delegato di Alia e direttore generale di Estra) hanno descritto la quotazione come uno strumento per ottenere più trasparenza – dice Torselli – ma è un tema da approfondire e che spetta soprattutto ai tecnici». A chiedere garanzie per le ricadute in bolletta, il capogruppo regionale di Forza Italia, Marco Stella. «Non abbiamo preclusioni sulla Multiutility – dice – perché sappiamo quanto sia complesso, oggi, far stare sul mercato delle microsocietà comunali. Ci aspettiamo però benefici a livello di tariffe e chiediamo che non nasca l’ennesimo carrozzone. Sulla quotazione in borsa bisogna capire bene cosa comporta, ma anche considerare che è difficile trovare risorse diversamente».