Venezia, i film più quotati in attesa del programma
27 Luglio 2022Giorgio Gaber – Destra-Sinistra
27 Luglio 2022Non mangio niente che abbia gli occhi di Goffredo Fofi, per la collana Tracce, è un’intensa riflessione sulle ragioni che lo hanno condotto a diventare vegetariano.
«Non è solo per amore delle creature che si diventa vegetariani, e tanto meno per sentirsi orgogliosamente buoni e migliori, ma per necessità storica, perché la storia lo richiede, lo esige». Una scelta etica, ecologica e politica maturata attraverso esperienze personali, letture, ragionamenti intorno ai ricordi d’infanzia, agli incontri con amici e maestri e alle voci degli autori che si sono interrogati sull’argomento. Fofi ricostruisce le tracce di questo cammino, ricordando le motivazioni che lo hanno spinto e i testi che lo hanno accompagnato: «Pur non essendo un teorico o un esperto della materia ma semplicemente un uomo che si è posto delle domande, ho deciso di raccontare la mia esperienza, di ripercorrere il mio passato e di riandare alle letture che maggiormente mi hanno accompagnato in questo cammino e mi hanno convinto delle scelte da intraprendere, in nome di un bisogno di responsabilità che sento forte e preciso. La responsabilità che tutti dovremmo avere». Un libro che ribadisce le urgenze del nostro presente e la necessità di un cambiamento che, persona dopo persona, può diventare sempre più grande.
Goffredo Fofi, nato a Gubbio nel 1937, è un giornalista e critico teatrale, cinematografico e letterario. Dopo aver contribuito alla nascita di storiche riviste quali i Quaderni piacentini, Ombre rosse, La terra vista dalla luna e Lo Straniero, attualmente si occupa della rivista Gli Asini. Tra le sue opere più recenti occorre citare la biografia Marlon Brando. Una tragedia americana (2014), la curatela dell’antologia Il racconto onesto (2015) e i saggi Elogio della disobbedienza civile (2015), Il cinema del no. Visioni anarchiche della vita e della società (2016), Il secolo dei giovani e il mito di James Dean (2020) e, con Letizia Battaglia, Volare alto volare basso (2021).
LA COPERTINA FOTOGRAFICA
Tommaso AUSILI – The Hidden Death
Nel 2009, la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea pubblica il “Regolamento relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento” per evitare, o almeno ridurre, la sofferenza degli animali nel processo di macellazione. Nello stesso anno Tommaso Ausili ha cominciato il suo lavoro The Hidden Death, verificando le pratiche con cui gli animali vengono inviati al loro supplizio. Non si tratta di un reportage di denuncia ma di un’esplorazione visiva mai complice e mai morbosa, per indagare un’attività che in genere si tende a nascondere, se non a rimuovere. Proprio la sospensione del giudizio è la forza di queste immagini dai colori accesi e dalle scene forti che osserviamo stupiti, come se qualcuno ci risvegliasse di colpo da un sonno durato troppo a lungo. Inutile chiedere dove siano state realizzate le immagini. Come dice Ausili, “questi mattatoi hanno tutti le stesse caratteristiche: sono lontani dagli sguardi e dall’esterno sembrano luoghi anonimi, fabbriche o piccole aziende come tante”.