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Milano
La figura di Maria, ma soprattutto di tutte le donne, sono state al centro della riflessione di papa Francesco nell’omelia e nella riflessione che ha preceduto la preghiera dell’Angelus. Il tutto alla luce della Giornata mondiale della pace, che da 57 anni viene celebrata il primo giorno dell’anno nuovo. Il mondo «ha bisogno di guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono » ha detto con forza papa Francesco nel corso della Messa presieduto nella Basilica di San Pietro nel primo giorno del 2024, in occasione della solennità di Maria Santissima Madre di Dio. « Al principio del tempo della salvezza c’è la Santa Madre di Dio, la nostra Madre santa ha detto il Papa -. È bello allora che l’anno si apra invocandola; è bello che il Popolo fedele, come un tempo a Efeso (erano coraggiosi quei cristiani!) proclami con gioia la Santa Madre di Dio». E anche la stessa Chiesa, ha sottolineato ancora il Papa, «ha bisogno per riscoprire il proprio volto femminile: per assomigliare maggiormente a lei che, donna, Vergine e Madre, ne rappresenta il modello e la figura perfetta; per fare spazio alle donne ed essere generativa attraverso una pastorale fatta di cura e di sollecitudine, di pazienza e di coraggio materno». In un altro passaggio dell’omelia il Vescovo di Roma ricorda come «la maternità di Maria è la via per incontrare la tenerezza paterna di Dio, la via più vicina, più diretta, più facile. Questo è lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza». Proprio per questo motivo, aggiunge ancora il Pontefice, «accogliere nella propria vita la Madre non è una scelta di devozione, ma è un’esigenza di fede»: essere cristiani vuol dire anche essere mariani. Del resto «nessuno meglio della Madre conosce i tempi e le urgenze dei figli» come dimostra, ad esempio, l’episodio delle nozze di Cana, dove è Lei ad accorgersi che manca il vino e chiede a Gesù di intervenire. Ecco allora l’invito a rivolgersi a Maria, la Madre, «quando siamo tentati di chiuderci in noi stessi, andiamo da lei; quando non riusciamo a districarci tra i nodi della vita, cerchiamo rifugio in Lei. I nostri tempi, vuoti di pace, hanno bisogno di una Madre che ricompatti la famiglia umana. Guardiamo a Maria per diventare costruttori di unità, e facciamolo con la sua creatività di Madre, che si prende cura dei figli: li raduna e li consola, ne ascolta le pene e ne asciuga le lacrime». E quante volte nei mesi scorsi lo stesso Francesco si è rivolto alla Madonna invocando la sua intercessione perché ritorno la pace nelle tante zone del mondo dove invece imperversa la guerra. E lo ha ricordato anche nei saluti finali dopo la recita della preghiera mariana dell’Angelus: «la Vergine Maria, la Santa Madre di Dio, sostenga con la sua materna intercessione il proposito e l’impegno di essere operatori di pace ogni giorno, in ogni giorno del nuovo anno: tutti i giorni operatori di pace, portare pace», ha detto salutando i partecipanti alla manifestazione “Pace in tutte le terre” organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, e ai partecipanti al Movimento europeo di Azione Nonviolenta. « E ricordo con gratitudine le innumerevoli iniziative di preghiera e di impegno per la pace che in questa Giornata si svolgono in tutti i continenti, promosse dalle comunità ecclesiali; in particolare menziono quella a livello nazionale che ieri sera (la notte tra il 31 e l’1, ndr) ha avuto luogo a Gorizia».
E ancora una volta papa Francesco deve ribadire che, alla luce di quanto avviene ad esempio in Ucraina, Israele e Palestina, e riferendosi al Messaggio per la Giornata mondiale della pace, «la libertà e la convivenza pacifica sono minacciate quando gli esseri umani cedono alla tentazione dell’egoismo, dell’interesse personale, della brama di profitto e della sete di potere». L’amore, invece, è fatto di rispetto, è fatto di gentilezza: in questo modo abbatte le barriere e aiuta a vivere relazioni fraterne, a edificare società più giuste, più umane, più pacifiche».