Chi è il sindaco di Siena?
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Ci sarebbe piaciuto un sindaco che avesse risposto direttamente alla polemica della Boldrini, in modo da capire fino in fondo cosa intende, cosa pensa rispetto a questioni fondamentali che riguardano il suo ruolo, la sua personalità. Per ora ci è dato solo di aspettare e ci dobbiamo accontentare della replica del Michelotti, che non è il sindaco, né il diretto interessato. In verità c’è un legame tra Fabio e Michelotti: tutte e due hanno giurato sulla Costituzione italiana prima di prendere gli incarichi che li contraddistinguono; una Costituzione che non cita mai l’antifascismo, ma ne è tutta plasmata. I costituzionalisti hanno preferito un articolato progressivo fatto di contenuti contro il rischio di un nuovo fascismo, sconfitto da un’azione popolare che ci ha reinseriti nel novero delle nazioni democratiche. Gli stessi hanno voluto scongiurare i rischi di nuovi autoritarismi con un impianto che fa del Presidente della Repubblica il garante della Costituzione, e che dà preminenza al ruolo del Parlamento, con il chiaro intento di arginare l’emergere dei singoli rispetto ai partiti e alla consultazione plenaria. Tuttavia, il relativismo in atto sul recente passato è portatore di una trasformazione, che sposta gli equilibri della democrazia e delle garanzie su altri livelli e altri personaggi – come il presidente del Consiglio – annullando nei fatti il ruolo del presidente della Repubblica. Il disegno a cui mira l’attuale Governo è chiaro: una trasformazione in senso autoritario del nostro articolato costituzionale (e non solo di questo). Ma torniamo alla risposta del Michelotti e della non-risposta della Fabio. La Fabio si è presentata alle ultime elezioni amministrative con una sua propria lista civica. Come mai questa proposta politica, che alcuni hanno votato in buona fede, non trova un riscontro di autonomia nel fare quotidiano del sindaco? Certi elettori, anche non di centrodestra, hanno votato lei e non Michelotti. Dobbiamo arrivare, forse, alla constatazione di un “tradimento” nei confronti degli elettori, di una furbizia elettorale che, a distanza di poco, dimostra la vera verità: la trasformazione del suo movimento civico in civetta a supporto non dei partiti del centrodestra, ma di uno solo di essi. C’è però una ulteriore differenza: Michelotti è nella sua vita professionale un avvocato, ma la Fabio è una insegnante che ha una responsabilità di oggettività nella formazione dei giovani studenti. Insomma, è una garante della pedagogia civica. È veramente difficile pensare che la politica possa sovrapporsi alla didattica: bel tema, ma di difficile soluzione. C’è forse un solo tentativo di risoluzione, quello praticato da Max Weber: dichiarare prima i parametri di appartenenza per tentare di oggettivare il metodo del ricercatore e del formatore. Se così si facesse allora diventerebbe, a questo punto, tutto più chiaro e il cerchio si chiuderebbe, nell’insegnamento come nel fare amministrativo. Il civismo, da palestra del liberalismo si trasforma per diventare di parte, supporto di un partito (quello dell’avvocato Michelotti). Con la conclusione che non si è il primo cittadino di tutti, ma solo di una parte con scarsa autonomia.