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Tutto lo splendore del Neoclassicismo nascente, le forme scultoree, la brillantezza delle cromie, la levigatezza di figure e tessuti rivivono in due opere mitologiche del lucchese Pompeo Batoni (1708-1787), grande ritrattista, davanti al quale posarono l’imperatore Giuseppe II e Papa Pio VI: sono due preziose tele che, commissionate dal marchese Lodovico Sardini tra il 1740 e il 1743, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha di recente acquisito e ora riporta «a casa», con la mostra Prometeo e Atalanta. Pompeo Batoni torna a Lucca (chiesa di San Franceschetto, fino al 2 ottobre, fondazionecarilucca.it). Sono Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creta da Prometeo, che ritrae la dea, apparizione raggiante, mentre, in un intreccio di sapienti «arcate», pone una farfalla (in greco psyché), ovvero l’anima, sul capo della statua plasmata dal titano. L’altra tela è Atalanta piange Meleagro morente (sopra), visione incentrata sugli affetti, sul pianto lucente della fanciulla cantata da Ovidio: mentre nel buio dello sfondo restano il cinghiale calidonio ucciso e il tizzone fatale che Altea, madre dell’eroe, per vendetta consuma sul fuoco, spegnendo così la vita del figlio. (gian mario benzing)