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23 Febbraio 2024IL TEMA
Lo “sconsiglio”, anche a fini didattici, sarà contenuto nelle Linee guida sull’educazione alla cittadinanza di prossima pubblicazione. Permesso, invece, il tablet a lezione alle elementari
Fuori gli smartphone dalle scuole, almeno fino alle medie. Alla primaria, l’utilizzo del tablet è permesso ma soltanto per scopi didattici. La raccomandazione sarà contenuta nelle nuove “Linee guida sull’educazione alla cittadinanza”, di prossima pubblicazione, secondo l’anticipazione fornita dallo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. «In coerenza con quanto sta emergendo da diversi studi anche internazionali – si legge in una nota di Valditara – è sconsigliato l’utilizzo anche a fini didattici dello smartphone dalle scuole d’infanzia alle scuole secondarie di primo grado. Per le scuole primarie – prosegue il Ministro – è raccomandato invece l’utilizzo del tablet esclusivamente per finalità didattiche e inclusive».
Secondo un sondaggio di Skuola.net quasi il 90% degli alunni delle medie racconta che nella propria scuola c’è già una qualche forma
di regolamentazione sull’uso degli smartphone, il 3% è libero da vincoli e paletti, mentre gli altri hanno solo indicazioni “orali”.
La decisione del Ministro si inserisce, dunque, nel dibattito sul cellulare a scuola, che va avanti da quasi vent’anni. Il primo divieto all’utilizzo durante le lezioni risale al marzo del 2007, quando l’allora ministro Giuseppe Fioroni emanò le “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti». In quel contesto, il divieto di utilizzare i dispositivi a scuola era motivato dal fatto che fossero un «elemento di distrazione» e rappresentassero «una grave mancanza di rispetto per il docente». Il 19 dicembre 2022, poche settimane dopo l’insediamento, Valditara inviò una circolare a tutte le scuole in cui ricordava «il divieto di utilizzo in classe di telefoni cellulari», consentendo soltanto l’impiego per «finalità didattiche, inclusive e formative» e invitando il personale a «contrastare utilizzi impropri o non consentiti». Ora, con le nuove Linee guida, si conferma lo “sconsiglio” dello smartphone almeno fino in terza media. Una posizione che raccoglie il consenso dei genitori del Moige, che colgono l’occasione per ricordare la necessità di «rinnovare e rafforzare il patto di corresponsabilità educativa» tra famiglia e scuola. «Bene il divieto di usare lo smartphone in classe, che distrae i ragazzi – commenta Antonio Affinita, direttore generale del Moige –. È, però, importante che docenti e genitori condividano una linea educativa, collaborando e coordinandosi, per il bene dell’educazione dei nostri ragazzi. I limitati casi, seppur gravi e deprecabili, di comportamenti da parte di “genitori sindacalisti” sono spesso dovuti ad una carenza formativa dei genitori nell’approccio relazionale con il corpo docente. Appare evidente, quindi, che vada creato un canale comunicativo aperto e diretto tra scuola e famiglia».
Una «sollecitazione alla responsabilità genitoriale» arriva anche dalla ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, che ricorda l’introduzione del “parental control” per evitare che i bambini siano esposti a contenuti online inappropriati. «Condivisione» per la linea del ministro Valditara è espressa dalla responsabile nazionale del Dipartimento istruzione di Forza Italia, Valentina Aprea e dalla senatrice di Fratelli d’Italia, componente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Lavinia Mennuni.
Anche il sindacato dei presidi Dirigentiscuola è favorevole alla decisione di viale Trastevere. «Tuttavia – avverte – non bisogna fare passi indietro sul digitale in classe. Il vero pericolo è lasciare il digitale fuori dalla scuola. Bisogna distinguere: un conto è l’uso improprio della tecnologia, un altro è la scelta consapevole delle tecnologie. Come raccomanda anche l’Unesco».