“Ci aspetta un autunno caldo La Chiesa e Draghi devono collaborare”
24 Giugno 2022Summer program
24 Giugno 2022
Pur di non citare l’emergenza climatica, si preferiscono formule neutre, al limite dell’acrobazia lessicale, come «stato di eccezionale avversità atmosferica». Così il governo si prepara al dpcm che dovrà rispondere alle conseguenze della siccità estrema che sta attanagliando il Paese, a partire dalle regioni settentrionali. E non è una gestazione tranquilla, all’esecutivo si rimprovera una scarsa prontezza d’intervento.
Le Regioni sono in pressing da giorni per chiedere «lo stato di emergenza», ma ora vanno in ordine sparso. Il Piemonte, epicentro della grave crisi idrica non certo alleviata dalle precipitazioni delle ultime ore, invita con il presidente Alberto Cirio il governo a far partire lo stato d’emergenza proprio da Torino: «Almeno in modo parziale da chi, come noi, già sette giorni fa ha anticipato i tempi». Tira il freno, invece, il collega Attilio Fontana che, da Milano, dice che quella dello stato d’emergenza è «una richiesta che eventualmente faremo quando ci saranno delle specifiche necessità».
La situazione ai tavoli del governo si è sbloccata dopo una riunione a cui hanno partecipato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, il sottosegretario Gian Marco Centinaio e il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
Incontro in cui è stato affidato alle Regioni il compito di individuare i criteri da far pervenire alla Protezione Civile che predisporrà il dpcm per poi trasmetterlo al Consiglio dei Ministri. I tempi di emanazione – essendo un documento che coinvolge diversi attori (tra l’altro non in perfetta sintonia) – non sono ancora chiari, nonostante dall’esecutivo si faccia sapere che lo stato d’emergenza è quasi pronto per essere dichiarato. Il governo sta lavorando «moltissimo» precisa il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani: «È tutto un work in progress». Il capo del dicastero ambientale viene attaccato per «inazione» da Verdi e Sinistra italiana.
Il dpcm, per quanto concerne il settore agricolo, darà la possibilità di proclamare lo «stato di eccezionale avversità atmosferica» qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30% della produzione lorda vendibile. È stato, inoltre, istituito un coordinamento tra i tutti i ministeri interessati e la Protezione civile sul fronte delle infrastrutture, delle competenze regionali e degli eventuali ristori.
Si susseguono, intanto, ordinanze locali di razionamento dell’acqua. In alcune aree del Piemonte e del Lazio, in particolare sui Colli Albani e nella provincia di Frosinone. In provincia di Pavia, un agricoltore di 43 anni è stato denunciato dai carabinieri per aver rubato l’acqua da un canale di irrigazione per garantirne una maggiore portata alla sua azienda.
Emergono, infine, dati allarmanti sull’aumento delle temperature in mare. Il Mediterraneo è sempre più caldo: dal 10 maggio il mare è colpito da un’ondata di calore che ha innalzato la temperatura della superficie di circa 4 gradi rispetto alla media del periodo 1985-2005, con picchi superiori a 23 gradi. Sono i primi risultati del progetto CareHeat finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea, a cui partecipano per l’Italia Enea e Cnr.
Il progetto mira a sviluppare nuove metodologie per prevedere e identificare le ondate di calore, comprenderne la propagazione e gli impatti su ambiente, biodiversità e attività economiche, quali pesca e acquacoltura. «Le attività di ricerca sono iniziate con lo studio dell’ondata di calore che attualmente interessa il Mar Mediterraneo partendo dall’analisi dai dati satellitari disponibili che per primi hanno rilevato l’anomalia termica, con valori confrontabili con l’ondata di calore del 2003», sottolinea Salvatore Marullo del Laboratorio Enea di Modellistica climatica e impatti. «È dagli inizi di maggio che nell’area mediterranea si registrano temperature ben al di sopra della media stagionale e anche la prima metà di giugno è stata caratterizzata da situazioni meteorologiche tipiche di fasi più avanzate della stagione estiva».
Dopo la preghiera per la pioggia dell’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, anche l’Ucoii invita i musulmani a pregare per la pioggia. Si attendono precipitazioni al Nord ma non saranno risolutive.