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Editoriale
Il nuovo Regolamento della Polizia Locale approvato dal Comune di Siena segna un cambiamento chiaro. Agenti armati, ausiliari assunti da agenzie, volontari a supporto: la sicurezza viene vista come controllo, non come cura della città e delle persone. È una visione rigida, che trasforma i vigili in forze dell’ordine e il Comune in un ente che si limita a delegare.
Si danno le armi a chi dovrebbe dialogare, si affida il lavoro a figure precarie, si chiamano i cittadini non per partecipare davvero, ma per coprire mancanze. Dietro l’idea di rendere tutto più efficiente, c’è una logica di emergenza, dove la paura guida le scelte.
Questo regolamento non unisce la comunità: la indebolisce. È una risposta dura a un bisogno sentito, ma rischia di mettere da parte le regole democratiche e il vero ruolo della Polizia Locale. E Siena, invece di sentirsi più sicura, rischia solo di sentirsi più sola.