ROMA — Sulla giustizia la guerra in Parlamento è già assicurata. Opposizioni unite contro il Guardasigilli Carlo Nordio e la sua mini-riforma “anti toghe” e “anti giornalisti” che solo stasera giunge in Consiglio dei ministri. Per via Arenula, «un omaggio a Berlusconi». Tant’è che il vice ministro Francesco Paolo Sisto, avvocato e berlusconiano di ferro, la considera «un passo importante verso un processo davvero giusto». Che vieterà di pubblicare le intercettazioni depositate, ma che non siano citate per esteso nei provvedimenti dei giudici.
Una misura che, con Repubblica , l’ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, oggi deputato del M5S, definisce «una grave limitazione del diritto all’informazione». E che la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani legge come «l’evidente ritorno a un passato che speravano di esserci messi alle spalle». Quello del “bavaglio”. Proprio il clima che lascia basito l’Ordine dei giornalisti, pronto a definire la misura voluta da Nordio «un ostacolo al diritto dei cittadini di essere informati su eventi di rilevante interesse pubblico». Mentre la Fnsi già vede l’Italia «scivolare fuori dalle classifiche dei Paesi in cui il giornalismo dev’essere il cane da guardia della democrazia». Ma non basta. Perché le misure del ddl Nordio potrebbero costituire un caso in Europa, per via della decisione di cancellare l’abuso d’ufficio e depotenziare il reato di traffico d’influenze che diventasolo un doppione del millantato credito. È qui che Nordio guadagna il pieno consenso di Azione e Italia viva, ma perde qualsiasi dialogo con Pd, M5S e Avs. Se Enrico Costa, il responsabile Giustizia calendiano, definisce «apprezzabile » il ddl perché «va nella direzione giusta e può essere implementato in Parlamento» anche se non contiene la «vera riforma» (cioè la separazione delle carriere, ndr ),è da tutta l’ala sinistra delle Camere che si preannuncia tempesta.
Già a una prima lettura, la dem Serracchiani elenca tutto quello che non va. «Dopo più di otto mesi di annunci roboanti, ci aspettavamo qualcosa di più e di meglio. Alcune norme appaiono di difficile o dubbia applicazione, altre sono mere enunciazioni di principio ». Ma sull’abolizione tout courtdell’abuso d’ufficio Serracchiani è «nettamente contraria» perché «dopo settimane di audizioni in commissione Giustizia, a tutti appare chiaro che questo viola gli obblighi internazionali sulla corruzione, per giunta alla vigilia del varo della direttiva Ue proprio su questo tema».
Cafiero De Raho, di fronte al testo Nordio, chiede subito: «Ma davvero ha eliminato l’abuso d’ufficio? ». E dice: «Cancellarlo e indebolire il traffico di influenze illecite significa dare un duro colpo al contrasto alla corruzione e violare importanti accordi internazionali ». Quanto allo stop alle intercettazioni, la sua reazione è sarcastica: «Evidentemente l’affermazione della legalità in Italia e il diritto alla giustizia di tanti cittadini non sono obiettivi di questo governo». Preannuncia battaglia anche l’Alleanza verdi e sinistra con Devis Dori perché cancellare l’abuso d’ufficio significa creare «un precedente pericoloso che potrebbe aprire la porta all’abrogazione di altri reati gravi». Risibili, secondo Dori, le motivazioni di Nordio (ci sono poche condanne) perché «la sanzione dev’essere proporzionata alla rilevanza del bene da tutelare, e non certo fondata sulle statistiche ». Il bavaglio sulle intercettazioni? «Intollerabile».