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25 Luglio 2022UNA RIFLESSIONE DOVEROSA
25 Luglio 2022Banca d’Italia ha “destituito”, cioè licenziato, Carlo Bertini che svelò mancati controlli sul Monte dei Paschi
di Nicola Borzi e Alessandro Mantovani
Alla fine, dopo non una ma due visite psichiatriche che lo hanno accertato sano di mente e abile al servizio, Banca d’Italia ha “destituito”, cioè licenziato, Carlo Bertini, il funzionario ispettore che denunciò il mancato intervento dell’istituto nei confronti del Monte dei Paschi di Siena per la truffa dei diamanti, la vendita di pietre preziose ai clienti a prezzi maggiorati, di cui Via Nazionale sapeva sin dal 2013. Mps e altre banche sono sotto processo e hanno già rifuso centinaia di milioni, ma Bertini paga con la sanzione più severa. Nel 2017, da capo del team degli ispettori in Mps, ritenne suo dovere denunciare; per Banca d’Italia invece il business – pietre per 2 miliardi vendute a prezzi gonfiati tramite le banche – non era di competenza sua ma della Bce, che non mosse un dito. Dopo una sospensione di 12 mesi per una prima contestazione disciplinare, poi ridotti a sei dal Consiglio di Stato, e un reintegro scattato lunedì, lo stesso giorno il Consiglio superiore della banca ha cacciato il whistleblower per una seconda contestazione. Dal procedimento disciplinare, che Bertini impugnerà in giudizio, emerge che il funzionario paga le rivelazioni rese note da Report su Rai3 il 13 dicembre attraverso email, documenti interni e registrazioni dei suoi colloqui con i dirigenti in Bankitalia. La violazione del segreto, per la commissione di disciplina che sottolinea il “grave danno alla reputazione della banca”, per regolamento vale da sola la sanzione più dura; il funzionario ha replicato di aver seguito invano tutte le vie interne, si è appellato all’interesse pubblico a conoscere i fatti e al fatto d’aver agito nell’interesse della Banca e delle istituzioni. Ma la destituzione era considerata “ormai certa” già l’11 novembre, prima della puntata di Report, in un’email inviata dalla vicedirettrice generale Alessandra Perrazzelli al governatore Visco e ai vertici di Palazzo Koch.
Perrazzelli, in un’altra conversazione registrata da Bertini, evocava nelle “statue di marmo” l’atteggiamento da assumere in Bankitalia per lasciar “scivolare” le cose. Proprio Perrazzelli ha fatto scattare un altro capo di incolpazione contro Bertini che per due volte, a novembre, era andato sotto casa sua arrecandole “turbamento”, per quanto la commissione abbia “preso atto” che non aveva intenti violenti né minacciosi. Quelle “condotte moleste e fastidiose” sono costate a Bertini un ammonimento del questore per stalking, anche senza querela. Ma non bastavano per nemmeno i post offensivi su Linkedin (in due casi su tre subito cancellati). “Può darsi che Bertini abbia esagerato” e “infranto sufficienti articoli del Regolamento – scrive il Sindacato indipendente della banca centrale (Sibc) –. Nella sua azione incalzante, ossessiva nei confronti dei vertici, Bertini non ha pregiudicato né ostacolato il perseguimento degli obiettivi istituzionali’ ed è “assai dubbio” che abbia “portato un vero danno all’immagine della Banca. Siamo curiosi di leggere le motivazioni. Se c’entrasse ‘la reputazione’ della Banca, non osiamo immaginare quanto più radicali dovranno essere i provvedimenti verso persone in ruoli ben più rilevanti di Bertini che – con le loro parole – hanno pubblicamente tolto ogni velo illusorio sui veri meccanismi di potere per far carriera”.