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26 Ottobre 2022LA SCUOLA VIOLENTA
Rovigo, studente di istituto tecnico spara gommini e un altro riprende Sospesi in quattro del primo anno. La docente: sono scoraggiata
«Eh no, questa non ve la perdono. Mamma, che male». Istituto tecnico Viola Marchesini di Rovigo: più che lo sparo o il rumore secco del pallino che colpisce il cuoio capelluto, fanno paura le risate che seguono. La prof di Biologia, 61 anni e un curriculum ricco di esperienze nel mondo dell’insegnamento, sola e china sulla cattedra si massaggia dolorante. E gli alunni sghignazzano, tutti.
Stava spiegando quando le è arrivato dritto in testa un pallino partito da una pistola ad aria compressa. Un colpo sparato da uno studente di classe prima, con la scena prontamente ripresa da un telefono cellulare. La trappola era stata organizzata nei dettagli: la fotocamera azionata poco prima da un’altra angolatura, mentre l’adolescente in fondo alla classe prendeva la mira aspettando il momento propizio. Da quella pistola giocattolo, poi, partiranno altri due colpi indirizzati a testa e volto, con lei attonita che cerca di capire chi sia stato. Il fatto risale a metà ottobre ma è emerso solo in questi giorni per via del video, che ha già fatto il giro dei cellulari di molti studenti.
«Siamo risaliti agli autori, sono quattro: il ragazzo che ha sparato, colui che ha ripreso il video, il proprietario della pistola e un altro complice», spiega Isabella Sgarbi, la dirigente scolastica dell’istituto. Era stato tutto preparato a tavolino. Il quartetto si era diviso i compiti. «Lunedì sono partite le sanzioni: sospensione di 5 giorni con obbligo di frequenza per tutti e quattro. È un comportamento irresponsabile, anche per la derisione della docente, che si riserva di prendere provvedimenti », riferisce la preside. «Il fatto è stato inoltre segnalato alla Questura. Per tutta la classe è prevista la formazione di una giornata sul tema dell’educazione civica, oltre al colloquio con una psicologa».
Ciò che ha colpito il consiglio d’istituto, riunito d’urgenza, è che un comportamento simile sia stato tenuto da ragazzi, di prima, che sono a scuola solo da quattro settimane. «Questo impone una riflessione a noi adulti sull’educazione impartita ai giovani. Come scuola cercheremo di colmare questa lacuna, che evidentemente c’è» ragiona Isabella Sgarbi. «Nessuno vorrebbe trovarsi ad affrontare casi del genere ma è successo e ora è importante far capire ai ragazzi il disvalore di un simile comportamento. Affronteremo anche il tema dell’uso delle tecnologie, dei social».
L’insegnante colpita alla testa dai pallini di plastica è a casa in convalescenza, profondamente scossa per l’accaduto. «Sono scoraggiata, provata, delusa», ha detto alla dirigente prima di andarsene. «Cerco di fare di tutto per la formazione dei miei studenti e loro mi ridicolizzano in questo modo».
Paolo Crepet, psichiatra, sposa la linea dura: «Prenderei il responsabile e gli direi: per i prossimi mesi tu lavori gratis il pomeriggio a scuola. Pulisci i banchi, i bagni, lavi a terra. Visto che non hai rispettato questo luogo, ora te ne devi prendere cura. La scuola non conta niente anche perché gli insegnanti prendono 1.400 euro al mese. Qualsiasi salumiere guadagna di più, con tutto il rispetto per i salumieri. Ma se uno taglia il salame e prende più soldi dell’insegnante di Lettere, vuol dire che è finita».