Con Donald Trump un nuovo sentimento entra prepotentemente nella politica: la cattiveria. Non che non ci siano stati o che ci siano ancora oggi politici moralmente “cattivi”, ma la cattiveria era comunque nascosta, travestita da qualcos’altro e il discorso era orientato (quasi) sempre verso la ricerca del bene. Con Trump questo velo viene stracciato e la cattiveria diventa manifesta, strumento politico, attitudine caratterizzante.

Certo, il buonismo può aver ingenerato fastidi e fatto commettere qualche errore, ma sicuramente il passaggio al cattivismo non porterà nulla di buono per nessuno. La stessa foto scelta dal presidente per rappresentarlo è quella della faccia corrucciata, irosa e vendicatrice che venne realizzata all’atto del suo interrogatorio: un simbolo e una premonizione della sua azione politica.

Ma tutta la sua politica è volta a fare paura esprimendo sentimenti di vendetta e usando parole di disprezzo ed estrema ferocia in particolare nei confronti di quanti erano stati amici e alleati. I paesi europei vengono descritti come profittatori e minacciati di ritorsioni e dazi.

A suo tempo, Trump aveva detto che i paesi europei che non avessero contribuito alla Nato come gli Usa sarebbero stati lasciati indifesi in caso di attacco russo. Volodymyr Zelensky, presidente di uno Stato in guerra da tre anni con enormi perdite umane, viene descritto come un dittatore non eletto e viene invitato a farsi da parte.

Allo stesso Zelensky viene imposto di sottoscrivere un patto che conceda lo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine a favore degli Usa come restituzione (con interessi da usuraio) dei soldi spesi dagli Usa per sostenere il paese in una guerra condivisa anche dagli Usa. E ciò, malgrado il fatto che gran parte dei finanziamenti siano in realtà finiti nelle tasche delle imprese americane che costruiscono armamenti. Musk si è così permesso di dire che Zelensky si nutre dei cadaveri degli ucraini morti in battaglia. Queste sono parole rivolte ad un alleato degli Usa, noncuranti delle sofferenze del popolo ucraino.

Ancora Musk, nel suo obiettivo di licenziare il maggior numero possibile di burocrati americani, ha inviato un messaggio a tutti i dipendenti federali chiedendo loro di descrivere in cinque frasi cosa avessero fatto durante l’ultima settimana, minacciando il licenziamento in caso di non risposta entro 48 ore (l’assenza di risposta sarà considerata una dimissione). Un brutale incivile sistema il cui scopo è sbarazzarsi dei più deboli in una fase di paralisi dell’amministrazione pubblica Usa proprio a causa dei tanti decreti del presidente e delle iniziative di Musk che inibivano attività ritenute improvvisamente inutili o dannose dalla nuova amministrazione.

Ancora più feroce è la cattiveria adottata nei confronti degli immigrati irregolari, considerati feccia e fotografati in catene. Con un messaggio della Casa Bianca su X è stato definito «rilassante» il suono delle manette sui migranti espulsi. Forti di tali sentimenti, i compagni di una bimba figlia di immigrati in Texas l’hanno bullizzata minacciando di denunciare sua madre per farla espellere (come raccomandato da Trump): la bambina si è suicidata.

In economia Trump usa la minaccia dei dazi per indurre a soluzioni a lui gradite e per costringere le imprese a investire negli Usa. Incute paura per ottenere vantaggi che sa non potrebbe mai avere per le vie del diritto consolidato.

La cattiveria è, ovviamente, riservata esclusivamente agli alleati, mentre per i paesi avversari ci sono solo lusinghe e proposte di collaborazioni. In effetti la cattiveria non può funzionare con gli avversari, i quali già si aspettano azioni a loro nocive e, quindi, sono preparati a combattere le cattiverie con altrettante cattiverie. Ma la vera cattiveria funziona nei confronti di quanti sono (o erano) amici, per i quali la cattiveria risulta gratuita, immeritata, ingiusta.

L’irruzione della cattiveria nel governo degli Usa finirà per generare una profonda diffidenza nei rapporti tra paesi e all’interno dei paesi. Chi potrà più fidarsi degli Usa se sono capaci di sovvertire le loro alleanze in poche settimane e sono pronti ad avventarsi contro i propri alleati?

In queste condizioni, il ritorno ai più biechi nazionalismi rischia di essere la risposta più probabile col suo carico di tensioni internazionali e con la fine della collaborazione internazionale per la salvaguardia del pianeta.

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