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6 Giugno 2022di Pierluigi Piccini
Non si può che ringraziare Pino di Blasio, per la sua capacità di leggere i processi politici cittadini nella loro completezza e di darci sempre una lettura stimolante. Mi riferisco all’articolo apparso sulla Nazione dal titolo “Gli sprint fugaci dei candidati con vista 2023”. Mette in risalto le diverse sfumature dei tre poli in competizione per le prossime amministrative. Al Polo Civico attribuisce l’incognita una fuga solitaria – il ciclismo insegna – ma è anche vero che se il ciclista è forte, ci sono fughe che vengono coronate dal successo. Per il capo servizio la scelta del Pacciani è stata determinata dalla eterogeneità della coalizione che lo sostiene. Forse sarebbe bene scrivere diversità, che non sempre è da considerare come un fatto negativo; anzi, viceversa, di strutturazione diversificata delle rappresentanze sociali e di articolazione positiva nelle proposte programmatiche, non c’è che da essere contenti. Ma a parte questo, la diversità per il TPC non è conflittualità. E a questo proposito basterebbe citare lo stesso giornale senese che Di Blasio dirige. Il Centrodestra ad esempio, dove il livello di conflittualità è altissimo che neppure gli aperitivi in casa di noti personaggi riesce ad addolcire. Un potenziale schieramento che è costretto ad appoggiarsi su liste civetta, le quali ribadiscono costantemente che “per ora” sostengono De Mossi, ma poi vedranno il da farsi. Prova ne è che alcuni di loro nel corso dell’aperitivo parlano di nuovi candidati al posto dell’attuale sindaco. Quanto ai partiti, sembrano armati contro le liste civetta, ma non possono fare a meno, per la loro debolezza, di un abbraccio che potrebbe diventare politicamente mortale. C’è poi il Centrosinistra, caratterizzato a sua volta da una costante conflittualità interna, anche a causa di una parte aventiniana (Mazzarelli-Ceccuzzi). Aventiniani che vogliono in tutti i modi le primarie (cfr. La Nazione, 4 agosto 2022). Primarie che quasi sicuramente non si faranno, perché il candidato almeno una parte del Pd lo avrebbe già individuato e la condizione è che la consultazione degli iscritti non ci sia. Bazzecole! Per concludere, la differenza fra diversità e conflittualità è ben evidente, come quella fra progettualità, partecipazione e i soliti rituali.