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Il Comune vara il piano per gestire i flussi turistici. Contributo d’accesso dal 2023
Andrea Pasqualetto ,Francesco Bottazzo
Venezia Fatale, magica, fragile e ora anche città pilota. Il progetto è rivoluzionario e ha due parole d’ordine: prenotazione e contributo d’accesso. Venezia si difende così dal caos del turismo di massa, con un clic che consente di prenotare la propria presenza in città e dà diritto a sconti su vari servizi, tipo trasporti pubblici e musei. Si parte dai vaporetti: da agosto il biglietto passerà da 7,5 a 9,5 euro ma chi prenoterà con un mese di anticipo continuerà a pagare il vecchio prezzo e risparmierà 5 euro di parcheggio. Ci sarà un portale e un codice Qr personale da esibire all’occorrenza, in modo da usufruire delle agevolazioni.
Così, almeno, nella fase sperimentale che partirà in agosto e durerà tutto l’anno. Dall’inizio del prossimo, la svolta: scatta il ticket. Tutti i turisti che arrivano da fuori regione e non pernottano dovranno pagare un contributo, che varierà in funzione dell’anticipo con il quale si prenota e dell’afflusso previsto. Nelle giornate da bollino nero o rosso la tariffa naturalmente aumenta (chi pernotta non versa nulla in più perché paga già la tassa di soggiorno). «Sia chiara una cosa: non esiste il numero chiuso», si affrettano a precisare in Comune, dove oggi presenteranno il progetto dopo l’approvazione da parte della giunta del regolamento del contributo.
Tutti potranno comunque entrare a Venezia ma la tassa da pagare in alcuni giorni caldi, come a Pasqua, Redentore e Regata Storica, è finalizzata a sconsigliare la visita (dai 3 ai 10 euro a persona). L’obiettivo è quello di regolare i flussi ed evitare che la città venga presa d’assalto. Nel 2023 dovrebbero tornare in funzione anche i tornelli alla stazione ferroviaria, cioè i varchi d’accesso alla città dove il turista dovrà passare il codice un po’ come allo stadio.
Il sistema sarà governato dalla Control Room già attiva all’isola del Tronchetto, un po’ il Grande Fratello tecnologico che vigila su Venezia attraverso un centinaio di grandi monitor capaci di restituire le immagini di 360 telecamere e 40 contatori di persone piazzati su ponti, calli, canali e campielli. La presenza dei turisti viene rilevata anche attraverso l’accesso alle celle telefoniche. «Sia chiaro che non possiamo identificare le persone», hanno prudentemente precisato i responsabili della struttura pensando forse al garante della privacy.
Il sindaco Luigi Brugnaro, che si prepara a lanciare la «città prenotabile», ha già spiegato le ragioni del cambiamento: overtourism che in alcuni giorni si traduce in oltre 100 mila turisti in centro storico: «A preoccupare sono i vacanzieri giornalieri che arrivano in maniera improvvisa la mattina e se ne vanno la sera e creano spesso intasamento… Abbiamo studiato questo sistema premiante: chi prenota potrà beneficiare di un risparmio evidente anche sul contributo d’accesso». Quello che lui chiama intasamento per Gianfranco Bettin, consigliere comunale di Venezia Verde progressista, è «caos insopportabile». Bettin, verde, uomo di sinistra e di opposizione, andrebbe oltre la prenotazione, che condivide: «L’idea è buona. Il problema è la marea di visitatori che stravolge il tessuto socioeconomico e demografico. Bisogna trovare il modo di arginare il mordi e fuggi e io dico che ci vogliono numero chiuso e interventi drastici. Staremo a vedere». E Venezia assomiglia sempre di più a Disneyland.