L’ambasciatrice ha comunicato a Palazzo Chigi la decisione prima di Natale Meloni le ha chiesto di far slittare di qualche giorno le dimissioni
ROMA — Elisabetta Belloni è pronta a lasciare la guida del Dis. La decisione di un passo indietro è stata anticipata ad alcuni amici durante il mese di dicembre. E pochissimi giorni prima di Natale è stata spiegata personalmente a Giorgia Meloni, durante una riunione riservata a cui ha preso parte anche Alfredo Mantovano, il sottosegretario alla Presidenza con la delega ai servizi. Una scelta improvvisa. Che anticipa di alcuni mesi la naturale scadenza del suo mandato — prevista per il prossimo maggio — al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organo che coordina l’attività del comparto. Nel futuro di Belloni, si apprende, ci potrebbe essere un incarico tecnico di primo piano al fianco della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Il rapporto tra Meloni e l’ambasciatrice si è a lungo caratterizzato per essere stato molto stretto. Di stima reciproca e collaborazione. Assai meno fluido, invece, quello conMantovano, soprattutto nell’ultima fase. Come si diceva, si tratta di una mossa non annunciata e neanche attesa. Soprattutto per la presidente del Consiglio. L’incarico scadrebbe infatti poco prima dell’estate ed è frutto di una proroga di un anno decisa dall’attuale presidente del Consiglio nel 2024. La richiesta di Belloni, però, è stata quella di lasciare l’incarico prima della fine dell’anno. Una tempistica che sarebbe coincisa con la scadenza dell’altro incarico ricoperto contestualmente dalla direttrice, quello di sherpa del G7 per l’Italia durante l’anno di presidenza: un impegno concluso lo scorso 31 dicembre. Dopo un confronto con Meloni e Mantovano, i tre hanno però deciso di posticipare l’annuncio alla ripresa dei lavori: dovrebbe accadere nei giorni immediatamente successivi all’Epifania.
Una richiesta, quella di far slittare di due o tre settimane l’avvicendamento alla guida del Dis, che sarebbe partita dalla presidente del Consiglio. Necessaria, a suo avviso, per ridurre l’impatto della notizia, che sarebbe stata resa pubblica in giorni di festa, rendendo più complessa lascelta. E quindi, per garantirsi un po’ di respiro nella scelta del prossimo direttore. Tra i nomi in pole per la guida del dipartimento, è circolato quello di Bruno Valensise, già vice al Dis e oggi direttore dell’Aisi. Un’opzione che aprirebbe però un tema di successione al vertice dei servizi interni.
Per Belloni, dunque, il futuro potrebbe essere a Bruxelles. Si tratterebbe di una nuova tappa in un percorso ricco di incarichi di prestigio e di numerose candidature poi sfumate sul traguardo. Romana, sessantasei anni, una carriera spesa soprattutto al ministero degli Esteri, muove i primi passi come incaricata nella direzione degli affari politici, poi a Vienna alla rappresentanza diplomatica presso le organizzazioni internazionali, quindi all’ambasciata d’Italia a Bratislava. Nel 2004 il primo salto, decisivo: diventa capo dell’Unità di crisi della Farnesina. Un incarico che ricopre per quattro anni e diventa figura nota anche al di fuori del corpo diplomatico. Da quel momento, è un crescendo: direttore generale per la cooperazione allo sviluppo, quindi per cinque anni (2016-2021) segretario generale della Farnesina, voluta da Paolo Gentiloni. Mario Draghi, appena diventato presidente del Consiglio, la chiama a dirigere il Dis. Un ruolo che Meloni le conferma. Aggiungendo anche quello di sherpa del G7 italiano, non senza polemiche sull’opportunità del doppio incarico, di intelligence e diplomatico.
Il suo nome è però circolato spesso anche per ricoprire incarichi politici e istituzionali. Il caso più recente è quello della successione di Raffaele Fitto al super ministero del Pnrr. Una decisione non gradita ad Antonio Tajani, che puntava a garantire a Forza Italia quella casella (alla fine rimasta comunque ai meloniani con Tommaso Foti). I rapporti con il ministro degli Esteri, d’altra parte, sono andati via via sfilacciandosi. Ma l’episodio più eclatante è quello della corsa a Presidente della Repubblica, nell’inverno del 2022: dopo l’uscita di Draghi dalla rosa dei nomi per il Colle, Belloni diventa il profilo su cui convergono diversi leader nel corso delle ore più intense della trattativa. La sostengono apertamente Giuseppe Conte e Matteo Salvini, è pronta al via libera anche Meloni e si spende per lei anche una parte del Pd. Matteo Renzi, e assieme a lui un’altra fazione del Pd, frena l’ascesa. Sarà rieletto Sergio Mattarella. Alla fine, comunque, la diplomatica dovrebbe proiettarsi in Europa.