Guerra delle liste in FdI. Ed è scontro aperto tra Donzelli e Lollobrigida
26 Agosto 2023Noir Désir – Le Vent Nous Portera
26 Agosto 2023La lezione del presidente
Al Meeting il richiamo del capo dello Stato (con riferimento a Vannacci): «La nostra patria dall’incontro di più etnie e idiomi», frenare le «contrapposizioni ideologiche e anacronistici nazionalismi». Migranti: «Solo ingressi regolari e ampi possono stroncarne il traffico»
L’amicizia e l’attualità della Costituzione. Sergio Mattarella dopo sette anni torna al Meeting per l’amicizia fra i popoli che quest’anno riprende il tema delle origini, l’«amicizia inesauribile» . Accolto da un lungo applauso ritmato all’ingresso in auditorium, fa un appello «a superare, a espellere l’odio» come «compito della Costituzione». E aggiunge: «Non c’è un diritto all’odio». E qui si può cogliere un riferimento a una delle più discusse affermazioni contenute nel noto libro del generale Roberto Vannacci, che a sera dice di concordare su quanto detto dal presidente, soffermandosi però su altri aspetti.
La Carta non va rifiutata, o modificata se non per «singoli emendamenti puntali», afferma Mattarella. Sono, le sue, parole tratte dal discorso di un grande costituente cattolico, Giuseppe Dossetti, ai giovani: « Non abbiate prevenzioni rispetto alla Costituzione del 1948, solo perché opera di una generazione ormai trascorsa disse -. La Costituzione americana è in vigore da 200 anni e nessuna generazione l’ha rifiutata. Cercate, quindi, di comprendere, in profondità, i suoi principi fondanti; e, quindi, di farvela amica e compagna di strada».
Altro passaggio importante è sulla pace: « Non vogliamo rinunciarvi, oggi, in Europa, dopo l’abisso della Seconda guerra mondiale. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra. È contro lo strumento della guerra, che siamo impegnati nell’impedire una deriva di aggressioni del più forte contro il più debole. Per costruire una pace giusta». Che, ricorda, «non può dimenticare il dramma dei profughi».
Mattarella si sofferma molto sul tema dell’amicizia, entrata a piene mani nella nostra Costituzione, nell’accezione di “amicizia sociale” evocata da papa Francesco, e che aveva ispirato qualche anno prima anche il Codice di Camaldoli, ad opera di un gruppo di cattolici. E «ha ispirato la nostra Assemblea costituente, nella quale opinioni diverse si sono incontrate per affermare i valori della dignità, ed eguaglianza, delle persone; della pace; della libertà. Ecco come nasce la nostra Costituzione: con l’amicizia come risorsa, a cui attingere, per superare – insieme – le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità», dice Mattarella che cita il ruolo delle formazioni sociali evocate dall’articolo 2 e l’impegno sancito dal 3 a rimuovere gli ostacoli all’effettivo raggiungimento dell’uguaglianza fra gli esseri umani.
Ma attenzione, non si può «immaginare che l’amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario – sottolinea -. Se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all’appiattimento. L’opposto del rispetto delle diversità; delle specificità proprie a ciascuna persona».
Il capo dello Stato ricorda che «le identità plurali delle nostre comunità sono il frutto del convergere delle identità di ciascuno di coloro che le abitano, le rinnovano, le vivificano. È la somma, dei tanti “tu” uniti a ciascun “io”, interpellati dal valore della fraternità, o, quanto meno, del rispetto e della reciproca considerazione. È il valore della nostra patria, del nostro, straordinario, popolo, frutto nel succedersi della storia dell’incontro di più etnie, consuetudini, esperienze, religioni; dell’apporto di diversi idiomi per la nostra splendida lingua». E tuttavia «non mancano, mai, i pretesti per alimentare i contrasti » attraverso «la invocazione di contrapposizioni ideologiche; di caratteri etnici; di ingannevoli lotte di classe; o la pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi». Come avviene
«ai confini della nostra Europa, dopo l’invasione dell’Ucraina, da parte della Russia».
Mattarella ricorda l’intervento a Rimini del cardinale Zuppi e «la dimensione della comune appartenenza all’unica famiglia umana». In tema di solidarietà non poteva non fare un riferimento alla tragedia dell’alluvione: « I cittadini della Romagna – e i loro sindaci non vanno lasciati soli. La ripartenza delle comunità e di ogni loro attività è una priorità, non soltanto per chi vive qui, ma per l’intera Italia».
Sull’immigrazione fa un riferimento personale toccante: «Nello studio dell’appartamento dove vivo, al Quirinale – rivela -, ho collocato un disegno, che raffigura un ragazzino di 14 anni annegato, con centinaia di altre persone nel Mediterraneo. Nella fodera della giacca aveva cucita la sua pagella, come fosse il suo passaporto; la dimostrazione che voleva venire in Europa per studiare». Dietro «numeri e percentuali delle migrazioni vi sono singole persone con la loro storia, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro, tante volte cancellato». Ma «soltanto ingressi regolari, sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio», sono lo strumento per stroncare il «crudele » traffico di esseri umani, evitando di lasciarli a vagare «senza casa, senza lavoro e senza speranza»; o «ammassati in centri di raccolta, sovente mal tollerati dalle comunità locali». La conclusione è un appello ai giovani del Meeting, affinché si affermi «la coscienza che l’ambiente è parte della nostra vita sociale. Che non ci sarà giustizia sociale senza giustizia ambientale e viceversa. Non fatevi chiudere in mondi separati. Usate i social sempre con intelligenza – raccomanda -, impedite che vi catturino producendo una somma di solitudini, come diceva il mio vescovo anni addietro. Non rinunciate mai alle relazioni personali, all’incontro personale, all’affetto dell’amico, all’amore, alla gratuità dell’impegno».