Lunedì, in Palazzo Vecchio, l’iniziativa per rileggere in chiave attuale, dopo oltre un secolo e mezzo, la storia del bambino ebreo bolognese rapito da Papa Pio IX. Il direttore di Repubblica Molinari intervista David Kertzer
di Maria Cristina Carratù
L’iniziativa è pronta da mesi, nata dalla volontà di rileggere dopo oltre un secolo e mezzo, alla luce dell’attuale contesto storico e culturale — italiano e (come fu anche allora) internazionale — una vicenda drammatica dal punto di vista umano, e fortemente simbolica dal punto di vista religioso e politico. Ma è ovvio che fare il punto adesso, sullo sfondo della guerra in corso in Israele, sul caso del bambino ebreo bolognese Edgardo Mortara — battezzato di nascosto da una domestica, fatto rapire nel 1858, in quanto ormai “cristiano’’, da papa Pio IX, e mai più restituito alla famiglia, su cui nel 2023 ha riportato l’attenzione il film di Bellocchio Rapito — , offre un’ulteriore occasione per riflettere sulle complesse dinamiche che in ogni epoca, in Italia come altrove, caratterizzano le relazioni col mondo ebraico. “ Il caso Mortara nello scenario nazionale e internazionale, ieri e oggi”, è il titolo del dibattito organizzato dall’Associazione Italia Israele di Firenze con il sostegno del Comitato Fiorentino per il Risorgimento e della Comunità ebraica di Firenze, che si terrà lunedì 16 ottobre, in Palazzo Vecchio ( Sala Firenze capitale, ore 16,30) con la partecipazione di David Kertzer, intervistato daldirettore di Repubblica Maurizio Molinari, e di Elèna Mortara.
Storico e antropologo americano esperto di storia d’Italia e dello Stato Pontificio, Kertzer è autore del testo che più ha contribuito a far conoscere il caso Mortara a livello internazionale (Prigioniero del Papa Re, Rizzoli 1996, finalista al National Book Award del 1997 e pubblicato in diciotto edizioni straniere), mentre a Mortara, pronipote di Ernesta, sorella di Edgardo e docente di Letteratura anglo- americana all’Università di Roma Tor Vergata, si deve la ricostruzione della messa in scena a Parigi, pochi mesi dopo il rapimento, della pièce teatrale ispirata al kidnapping opera di Victor Séjour, cattolico liberale francesedi origine afro-americana, alla cui prima assistette l’imperatore Napoleone III, testimonianza della portata politico culturale, già al tempo avvertita, del battesimo forzato del bambino ebreo ( non l’unico, ma il primo a suscitare un simile mobilitazione), e della clamorosa sottrazione. Insieme a Gran Bretagna e Prussia, Napoleone III fece pressioni su papa Pio IX, ma senza risultato. La vasta eco del caso Mortara contribuì comunque a sollevare il velo sulle pesanti discriminazioni che ancora gravavano sugli ebrei a metà ‘ 800 nonostante i progressi dell’emancipazione ( in Piemonte, con lo Statuto Albertino, avviata dal 1848).
La vicenda di Edgardo non fututtavia soltanto “ebraica’’, ma entrò nel dibattito liberale e progressista, alimentò la battaglia risorgimentale contro l’arretratezza spirituale, culturale e politica dello Stato presieduto da un antistorico Papa Re, a favore della separazione fra Stato e Chiesa, dell’affer-mazione dei diritti e della libertà, non solo religiosa, e di un nuovo, moderno, laico, Stato nazionale, contribuendo al crollo, nel 1870, dello Stato Pontificio.
Temi, in realtà, ancora attuali, come dimostrano la perdurante necessità di aggiornare la legislazione sulla libertà religiosa ( il Codice di diritto canonico consente tuttora di battezzare un bambino non cattolico in pericolo di morte anche contro la volontà dei genitori), e, purtroppo, il costante riaffiorare dell’antisemitismo ( mentre nel 2020 Pio IX è stato addirittura beatificato). Lo stesso sfondo su cui si muove l’intensa attività pubblicistica di Kertzer, fra i primissimi ricercatori ad accedere agli archivi vaticani aperti nel 2020 e ai documenti desecretati di papa Pio XII, e a pubblicare in anteprima mondiale, nel 2022, un libro sui negoziati segreti con Hitler e Mussolini di papa Pacelli, che non denunciò mai pubblicamente le persecuzioni razziali pur sapendo dal ‘42 (rivela una lettera resa nota nel 2023) dell’esistenza dei lager.