
Landini sfida la Beko “Continuità produttiva deve andare oltre il 2025”
28 Febbraio 2025
Bando rivolto ad artisti per l’utilizzo della Rocca Aldobrandesca
28 Febbraio 2025Abbiamo un Futuro da Costruire per “Siena 2030”, e non possiamo più Aspettare.
Con tutti voi vorrei parlare di sviluppo, ma iniziando da una domanda chiara: da dove arriva il reddito che dovrebbe garantire benessere e opportunità ai cittadini senesi? Qual è il PIL della nostra città? Il turismo è sicuramente una componente importante, così come il settore pubblico, la sanità, l’università e la ricerca. Ma sono davvero abbastanza? E soprattutto, sono solidi e sostenibili nel tempo?
I punti di crisi sono molteplici e vanno analizzati con onestà. Non possiamo nascondere la polvere sotto il tappeto con l’autocompiacimento o minimizzando i problemi per convenienza politica. Serve un’analisi lucida su cosa non funziona e su quali siano i veri punti deboli del nostro sistema economico.
Perché non basta dire che il tasso di disoccupazione è basso, se il lavoro è precario e sottopagato. Non possiamo dirci soddisfatti della crescita del turismo se al contempo la città si svuota di residenti e i giovani faticano a trovare un’abitazione a prezzi accessibili. Non possiamo celebrare l’eccellenza del comparto biotecnologico se poi manca una strategia per trattenere talenti e attrarre investimenti.
In buona parte siamo circondati da strutture di potere intermedie e autoreferenziali che si concentrano sui propri interessi interni, creando isolamento e protezione dello status quo, ostacolando così lo sviluppo e l’innovazione.
(L’intervento del Frati ha risposto in parte alle nostre domande su TLS anche se non in modo approfondito per cui mi sono permesso di chiedergli un incontro per parlare di TLS.)
Allora, cosa dobbiamo fare? Dovremmo smettere di girare intorno ai problemi e iniziare a risolverli con scelte concrete e coraggiose.
Siena può essere un polo internazionale delle scienze della vita. Potremmo avere Toscana Life Sciences, il Biotecnopolo, il Centro Nazionale contro le Pandemie: asset strategici che potrebbero trasformare Siena in un punto di riferimento per la ricerca e l’innovazione. Forse c’è bisogno di discontinuità nelle responsabilità con un respiro che faccia superare l’intreccio di rapporti che sta ancora bloccando lo sviluppo del territorio e con esso di Siena. Ma non possiamo limitarci agli annunci. Serve un piano chiaro per attrarre aziende, investimenti e talenti, per fare in modo che queste strutture non restino isole scollegate dal resto del tessuto economico cittadino. Serve un impegno istituzionale forte per garantire che i finanziamenti arrivino e che abbiano un impatto reale.
Siena non può più essere un’isola scollegata dalla Toscana.
Siamo il capoluogo più isolato della regione. Strade inadeguate, collegamenti ferroviari insufficienti, infrastrutture che ci penalizzano. Se vogliamo crescere, dobbiamo rompere questo isolamento. Tuttavia, l’attrattività di Siena non dipende solo dalla risoluzione di questi problemi infrastrutturali, ma anche dalla nostra capacità di creare un ambiente che attragga aziende, talenti e risorse. Per farlo, è necessario un impegno politico deciso per ottenere risorse, accelerare i lavori e, soprattutto, creare una città che sia un punto di riferimento per innovazione, ricerca e cultura. La capacità attrattiva non c’è ancora, e non possiamo più permetterci di ignorarlo.
Il lavoro deve essere dignitoso, non solo disponibile. Il lavoro precario, quello che non ti permette di pianificare la tua vita, quello che non ti dà garanzie, quello che non ti permette di vivere davvero: non è più accettabile. Troppe persone, soprattutto nel turismo e nell’agricoltura, si trovano a combattere per arrivare a fine mese, senza sapere se il loro contratto sarà rinnovato. E non basta dire che il lavoro c’è, se non è un lavoro che permetta di vivere con serenità, di costruire una famiglia, di progettare il futuro.
Le aziende e le istituzioni hanno una responsabilità. Devono essere incentivati quegli imprenditori che scelgono di investire nella stabilità dei lavoratori, che li formano, che li trattano come persone, non come numeri. Le politiche del lavoro devono dare valore alla persona, non alla precarietà. E per farlo serve una netta inversione di tendenza: non possiamo più tollerare che le forze politiche non mettano al centro della loro agenda il rilancio del lavoro ben retribuito e concreto.
Chi sfrutta il precariato deve essere penalizzato, e chi crea occupazione di qualità deve essere premiato. Serve un patto con le imprese locali per garantire che, in cambio di incentivi, le persone vengano trattate come risorse e non come “disponibilità temporanea”.
La dignità di un lavoro si misura con la sua capacità di garantire una vita dignitosa. E non possiamo più permetterci che a Siena si accetti che chi lavora duramente non possa godere della stessa sicurezza sociale, abitativa ed economica di chi ha un contratto stabile o chi vive di rendita.
Il turismo è una risorsa, ma non può schiacciare la città. Poiché bisogna ricordarsi che deve essere la cultura di questa città a scegliere il turismo confacente alle sue esigenze e non il turismo ad imporre la cultura o non cultura imprimendo su tutti noi i costi sociali ingenti.
La maggioranza ha fatto propria una mozione sulla Fondazione per il turismo presentata dal movimento Per Siena nello scorso mandato e che nuovamente ha riproposto anche in questo consesso che ha avuto il forzoso rinvio in commissione. Non siamo qui a rivendicare il diritto di primogenitura, perché non è questo il punto. Il problema è un altro: il rilancio di Siena ha bisogno di una visione condivisa. Se questa Fondazione nascerà su una discriminazione, se si escluderanno forze e competenze che potrebbero contribuire, allora il progetto rischia di essere monco fin dall’inizio.
I Cittadini vorrebbero un turismo che arricchisca la città, non che la trasformi in un parco tematico. Regolamentare gli affitti brevi, incentivare un turismo più sostenibile e distribuito nell’arco dell’anno sono scelte necessarie per proteggere Siena e la sua identità. Ma per farlo servono scelte collettive, non iniziative portate avanti da pochi e per pochi.
Il futuro del lavoro passa dalla formazione e dall’innovazione Non possiamo ignorare i cambiamenti che stanno trasformando il mercato del lavoro. L’intelligenza artificiale, la digitalizzazione, le nuove tecnologie: se non prepariamo i giovani e i lavoratori a queste sfide, rischiamo di trovarci indietro. Serve un piano straordinario per la formazione professionale e per il potenziamento delle competenze digitali e scientifiche nelle scuole e nelle università.
Queste non sono solo idee, sono necessità. E chiediamo che diventino impegni concreti, con tempi certi. Perché il futuro di Siena non si costruisce con le dichiarazioni di intenti, ma con azioni reali.
Se vogliamo una città in cui i giovani possano restare e costruire il loro futuro, in cui il lavoro sia sinonimo di dignità, in cui lo sviluppo sia sostenibile e inclusivo, allora dobbiamo agire adesso.
Siena 2030 non è un’idea lontana: deve iniziare oggi.