ROMA – Migliaia di lettori. Politici. Cittadini disorientati. Pronti a scendere in piazza per l’Europa. La manifestazione, «con zero bandiere di partiti, solo il blu monocromo europeista», a difesa del Vecchio Continente, evocata da Michele Serra su Repubblica , ha suscitato un’ondata di adesioni. Segno che la proposta esprime un bisogno profondo. Lo slogan coniato dal padre dell’ Amaca , «qui o si fa l’Europa o si muore», si è fatto ancor necessario dopo l’atto di bullismo compiuto in mondovisione da Donald Trump nei confronti di Volodymyr Zelensky. Nello studio ovale ieri è stata umiliata anche l’Europa.
Matteo Renzi («bravo Serra, l’Europa è una necessità») e Carlo Calenda («aderiamo per difendere i nostri valori») sono stati tra i primi a dire sì. In serata Calenda chiede ai leader che hanno sostenuto l’Ucraina di organizzare subito una manifestazione di solidarietà a Zelensky. «Uniamo le forze. Non possiamo rimanere in silenzio».
Il Pd è compatto in ogni sua componente. In campo anche Avs. Per Nicola Fratoianni è «giusto reagire contro il tecnocapitalismo»; Angelo Bonelli e FiorellaZabatta: «Vogliamo un’Europa che costruisce la pace». «Sarei felice di ospitarla a Milano, nello spirito che auspica Serra», si fa avanti il sindaco di Milano, Beppe Sala. «In questo periodo storico mi sento più che mai europeista ». «Facciamola a Milano, presto. Tutti in piazza per l’Europa. Che ne dite?», ha suggerito, tra i primi su X il senatore Ivan Scalfarotto, responsabile esteri di Italia Viva. Lia Quartapelle si è detta subito d’accordo. Riccardo Magi, il segretario di Più Europa, ha proposto una data alternativa: «Una grande piazza potrebbe essere organizzata nel giorno in cui si celebra la firma del trattato di Roma».
«Faccio mio l’appello di Michele Serra. Una sola Europa forte e coesa è il nostro futuro, l’unica prospettiva in cui i nostri valori e la nostra storia possono essere difesi nel nuovo ordine mondiale », ha commentato il sindaco diNapoli, Gaetano Manfredi. Che da presidente dell’Anci suggerisce «di organizzare manifestazioni di cittadini non solo nelle grandi città, ma almeno in ogni capoluogo di provincia, perchél’Europa è un patrimonio collettivo, la vera sfida è coinvolgere tutti, anche chi si sente ai margini rispetto a questi processi. Per la manifestazione a Napoli siamo già pronti con piazza Municipio». Prestissimo si chiariranno tempi e modi. Dove farla quindi? Roma rimane la sede che forse metterà d’accordo i più.
«Oggi», scrive Serra, l’Europa «è un vaso di coccio fra due vasi di ferro, per giunta ripieni di bombe atomiche». Difficile rimanere indifferenti. «Ho visto l’appello a fare una manifestazione tutti insieme, senza bandiere, ecco penso: anche questo è un regalo del nuovo presidente degli Stati Uniti», ha commentato l’ex premier e commissario europeo Paolo Gentiloni. «Abbiamo bisogno che si risveglino le coscienze e si torni a impegnarsi per una causa giusta», osserva il sindaco di Bologna, Matteo Lepore.
Per tutto il giorno i lettori scrivono al nostro sito. Moltissime le mail alla rubrica delle lettere. Sono le voci di un’inquietudine che sente l’urgenza di una resistenza morale.
I democratici sono in prima fila. Da Giorgio Gori a Pina Picierno, da Gianni Cuperlo a Sandra Zampa, da Pier Francesco Maran a Sandro Ruotolo. «Io ci sto», scrive quest’ultimo, responsabile della Cultura della segreteria pd. «Se non ora quando?», si mobilita il presidente del partito, Stefano Bonaccini. Nicola Zingaretti, capodelegazione del Pd in Europa: «Incontriamoci sotto tante bandiere europee per costruire il futuro.».
«Una bellissima idea», la definisce il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini. Non mancheranno Filippo Sensi, Anna Ascani, Simona Malpezzi, Piero De Luca, Walter Verini, Dario Parrini, Matteo Ricci. «Michele Serra ha detto, con la forza sintetica dei poeti, una cosa semplice e potente », commenta il senatore Andrea Martella. Piero Fassino auspica «un mare di bandiere blu». «L’idea di Serra va nella direzione giusta, è necessario dare un segnale», dichiara Enzo Maraio, il segretario del Psi.
La sardina Mattia Santori coglie un’analogia con la loro battaglia per le regionali emiliane nel gennaio 2020. «Tutto iniziò con un post su Facebook che in un giorno raccolse mille adesioni e che poi divenne ancora più virale ». Si spera nell’adesione dei moderati: in ballo ci sono i nostri valori.
E Giuseppe Conte? Che fa? Sta preparando il raduno anti-governo del 5 aprile. «Non confondiamo le piazze», dice nel pomeriggio. In serata, raggiunto dai cronisti nei pressi della sua abitazione, precisa: «Il tema non è quindi tanto solo la chiamata alla piazza quanto la domanda ineludibile: quale Europa vogliamo».