Città del Vaticano
«Cardinali e monsignori tradizionalisti spingono per il conclave. Più o meno sottotraccia, facendo filtrare il messaggio di un pontificato al capolinea. Da qualche mese, già prima del ricovero di Francesco, hanno intensificato le loro mosse e i loro piani per accelerare la fine del papato di Bergoglio, auspicando le sue dimissioni». L’alto prelato della Santa Sede parla a La Stampa a pochi passi da piazza San Pietro, mentre continua incessante il flusso di pellegrini che attraversano la Porta santa pregando e cantando. «La base da cui partono i siluri contro il Pontefice è negli Stati Uniti. E ha ripreso vigore con il ritorno alla Casa bianca di Donald Trump». Questa variegata frangia «specula anche sulla sua salute, per indebolirlo. Guardi per esempio che cosa è successo a New York».
Verifichiamo. Nella Grande Mela l’arcivescovo è il cardinale Timothy Dolan, considerato uno dei punti di riferimento della galassia ultra conservatrice ostile a Francesco. È il porporato che aveva guidato la preghiera iniziale della cerimonia di insediamento del tycoon. Domenica scorsa, l’Arcivescovo, nell’omelia, ha affermato che il Papa era «probabilmente vicino alla morte». Mentre 24 ore prima, il vicario generale di Dolan, monsignor Joseph P. LaMorte, aveva inviato a tutti i «fratelli sacerdoti» della diocesi un «Memorandum» in cui dà indicazioni per come arredare liturgicamente le chiese alla morte del Papa. Nel documento è scritto: «Mentre Jorge Mario Bergoglio si avvicina alla fine del suo cammino terreno, è una tradizione molto antica che, quando si prega per qualcuno, si recitino un Padre Nostro, un Ave Maria e un Gloria al Padre». E poi, altre direttive: «Alla notizia della morte del Papa, le campane delle chiese potrebbero suonare 88 volte, pari al numero di anni vissuti dal pontefice». Si potrebbe «allestire uno spazio commemorativo in un’area della chiesa. Potrebbe includere il cero pasquale acceso, una foto del Papa, un inginocchiatoio, candele da accendere come parte della preghiera e un libro in cui i fedeli possano scrivere intenzioni di preghiera». Prima di partire «per unirsi agli altri cardinali a Roma (per il conclave, ndr) Sua Eminenza (Dolan, ndr) celebrerà una Messa nella cattedrale di San Patrizio».
Peraltro, allo stesso tempo per completezza va segnalato che nei rosari di queste sere celebrati in piazza San Pietro per la salute di papa Francesco, sono presenti cardinali che in questi anni si sono apertamente schierati contro la linea di Bergoglio. In prima fila sul sagrato c’era lo statunitense Raymond Leo Burke, considerato uno dei leader dell’opposizione a Francesco. E poi, il tedesco Gerhard Mueller e il guineano Robert Sarah.
«Non dimentichiamo il portale-guida per il conclave», incalza il prelato vaticano. A dicembre è spuntato un nuovo sito conservatore, The College of Cardinals Report, che già parla del dopo-Francesco e indica i cardinali che potrebbero prendere il suo posto. L’iniziativa è sostenuta dal Sophia Institute Press, con base a Manchester, New Hampshire, Stati Uniti, che ha già promosso pubblicazioni di stampo tradizionalista e non in linea con il pontificato. Il sito guarda direttamente, senza giri di parole, al «prossimo conclave». I cardinali elettori (con meno di 80 anni) sono descritti dal punto di vista pastorale e spirituale e della loro predisposizione al governo. E poi, viene indicato se sono favorevoli o contrari ai temi sensibili per le Sacre Stanze: ordinazione delle diaconesse; benedizione delle coppie dello stesso sesso; rendere il celibato sacerdotale facoltativo; limitare l’antica messa in latino; l’accordo Vaticano-Cina; la Chiesa sinodale.
Tornando ai giorni della degenza papale al Policlinico, il 15 febbraio la rivista Cardinalis apriva il sito chiedendosi: «Che tipo di Papa potrebbe essere eletto da questo rinnovato collegio cardinalizio?», facendo esplicitamente riferimento alla «salute precaria di Francesco». La rivista è supportata dagli ambienti cattolici conservatori Usa.
«E comunque – assicura il prelato – il Santo Padre è ben consapevole di questi intrighi e strategie. Vi ricordate che cosa disse in Slovacchia pochi mesi dopo la prima operazione al colon?». Nella conversazione con i confratelli gesuiti, tenuta a porte chiuse il 12 settembre 2021 a Bratislava – anticipata poi da La Stampa e pubblicata su La Civiltà Cattolica – alla domanda «come sta?» rispose con una stoccata indirizzata alle orecchie che dovevano intendere: so delle trame. «Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene».
DOM.AGA.