
Il metalinguaggio di sempre del potere
7 Giugno 2025Il PD senese, per ragioni evidenti e comprensibili solo fino a un certo punto, continua a eludere ogni confronto serio sul passato della Fondazione Mps e della Banca. L’argomento è rimosso, minimizzato o relegato a qualche dichiarazione di circostanza, come se la crisi che ha travolto un’intera comunità – sul piano economico, sociale e istituzionale – fosse ormai una pagina chiusa, da dimenticare.
Dall’altra parte, il centrodestra – che pure ha avuto un ruolo non marginale nella stagione delle responsabilità – preferisce oggi esibire i risultati positivi della gestione attuale della Banca, rivendicandone i meriti come prova di efficienza e buon governo. Un’operazione che, nei fatti, contribuisce a mettere una pietra tombale non solo sulla memoria, ma anche sull’analisi critica di ciò che è realmente accaduto.
In questa rimozione collettiva, paradossalmente, finisce per essere premiato proprio il PD, che può così evitare un confronto scomodo con il proprio passato, beneficiando del silenzio altrui. La rappresentazione plastica di questo meccanismo è andata in scena in occasione dei trent’anni della Fondazione Mps: basti rileggere gli interventi del sindaco Fabio, segnati da un tono celebrativo e autoassolutorio, totalmente privo di consapevolezza storica e politica.
Come chiamare tutto questo? Rimozione? Complicità trasversale? O semplicemente convenienza politica, in una città dove il potere cambia pelle ma non natura?
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