Esce oggi nelle sale La vita è una danza (titolo originale francese En corps), film di Cédric Klapisch, un racconto di finzione centrato sulla storia di una ballerina classica che a causa di una brutta caduta in una recita di Bayadère a Parigi rischia di dover lasciare per sempre la danza. L’incidente apre le porte a un difficile eppure solare percorso di rinascita attraverso la riconquista di sé e l’incontro liberatorio con la danza contemporanea. Letta così potrebbe sembrare solo un’altra delle tante, solite, storie possibili nate intorno all’immaginario collettivo del mestiere di un danzatore, sempre alle prese con lo scarto tra il miraggio di un corpo perfetto e la realtà di uno strumento fragile che può non darti chance di sostituzione.
Ma bastano i primi minuti di En corps – il titolo francese aderisce con un segno più diretto al coté rivelatorio del film, per questo lo usiamo – per capire che Klapisch affronta il mondo della danza dall’interno, sfidandosi in un film che punta, e con coraggio, su un cast in cui non si gioca di controfigure (uno per tutti il Cigno nero con Natalie Portman), ma su veri ballerini, danzatori, coreografi: la protagonista, Elise, è Marion Barbeau, prima ballerina dell’Opéra di Parigi, il ragazzo con cui riprenderà in mano la sua vita è Medhi Baki, un folgorante danzatore di hip-hop, il coreografo che Elise incontrerà in Bretagna nella residenza per artisti gestita dalla volitiva Josiane (l’attrice Muriel Robin) è l’israeliano Hofesh Shechter con al seguito la sua strepitosa compagnia britannica.
Klapisch (tra i suoi film L’appartamento spagnolo) ama la danza, la conosce e si sente. Tra i grandi che lo hanno affascinato fin da giovanissimo si va da Carolyn Carlson a Pina Bausch, da Alain Platel a Anne Teresa De Keersmaeker: già anni fa aveva realizzato L’espace d’un instant, un bel documentario sull’étoile dell’Opéra di Parigi Aurélie Dupont, con Shechter discuteva da tempo di fare qualcosa insieme.

VA DA SÉ che le riprese della danza non si affaticano dentro un montaggio che per forza di cose deve continuamente passare dai volti alle gambe e ai piedi in punta o ai corpi sfocati di schiena, con Klapisch la danza contemporanea e il balletto respirano a piena immagine e ci parlano (fotografia di Alexis Kavyrchine, montaggio di Anne-Sophie Bion).
Così l’armonia dolente e luminosa dei quadri d’insieme di Bayadère, alternati con i primi piani di Elise nel ruolo di Nikija mentre ha appena scoperto il tradimento del fidanzato ballerino, aprono il film concedendosi il tempo di portare lo spettatore dentro il balletto; le riprese dai colori accesi del percussivo, vorticoso cult di Shechter Political Mother a La Villette di Parigi (le musiche del film sono dello stesso Shechter) con al centro Barbeau riversano sullo schermo la forza del collettivo, l’aderenza al terreno, il movimento nel corpo come flusso di vita. La danza si intreccia perciò con verità di intenti alla storia (sceneggiatura di Klapisch e di Santiago Amigorena) che ha tra i suoi protagonisti anche gli attori Denis Podalydès nel ruolo del padre avvocato di Elise, il comico François Civil (il fisioterapista) Pio Marmaï, l’esilarante cuoco fidanzato dell’amica di Elise Sabrina (Souheila Yacoub): Elise si unirà al loro ristorante viaggiante, finendo in Bretagna.

Marion Barbeau ha studiato con un coach prima delle riprese. Ha dichiarato Klapisch: «Ha lavorato così tanto che si è immedesimata nel suo personaggio fin dal primo giorno. E, soprattutto, si è lasciata andare. Sapeva che l’avrei corretta se qualcosa non avesse funzionato. Quindi non si è lasciata stressare, proprio come quando balla. Lasciarsi andare è stata la sua forza. Ed è fenomenale la naturalezza con cui lo ha fatto». Un film che può far scoprire «en corps» lo spessore della danza e il talento dei suoi protagonisti. Tra loro Marion Barbeau è fino al 13 ottobre nel cast di Cri de coeur di Alan Lucien Øyen a Parigi, a Palais Garnier con il Ballet de l’Opéra, a Palazzo Grassi a Venezia, Shechter ha in proiezione domani il cortometraggio Political Mother: The Final Cut all’International Festival of Films on Art.