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8 Novembre 2024Il provvedimento Arriva la punizione al docente per le sue parole su Valditara. La Cgil: «Censurateci tutti». Solidarietà degli studenti, che preparano una lettera per il ministro. Il provvedimento nasce dalle affermazioni durante la festa di Avs
Tre mesi di sospensione e lo stipendio dimezzato, praticamente un «assegno alimentare». Questo il provvedimento che ieri è piovuto su Christian Raimo, reo di aver criticato il ministro dell’istruzione, il leghista Giuseppe Valditara, nel corso della festa nazionale di Avs, organizzata a Roma a settembre. Un provvedimento che fa discutere e lascia sconcertato per primo lo stesso Raimo. E che, soprattutto, non arriva come un caso isolato, ma fa da tessera di un mosaico repressivo più ampio che abbraccia la scuola italiana e guarda oltre. Questa settimana è stata iscritta nel registro degli indagati anche una docente di Venezia, Elena Nonveiller per un post su Facebook in cui criticava le frecce tricolori, di passaggio sul capoluogo veneto durante le celebrazioni del 4 novembre. La preside dell’istituto in cui insegna ha affermato che provvedimenti disciplinari non sono esclusi, mentre il vicepresidente dell’associazione nazionale presidi ha paventato scenari di diritto penale, richiamandosi al codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
LO STESSO che ha punito Raimo il 6 novembre, in base agli articoli che impongono ai dipendenti della Pa di non ledere l’immagine delle istituzioni. Quello che gli viene contestato in particolare è una critica espressa al ministro Valditara l’11 settembre quando, durante la festa di Avs, disse che «da un punto di vista politico Valditara va colpito come si colpisce la Morte Nera di Star Wars. Nella sua ideologia ci sta tutto il peggio: la cialtroneria, la recrudescenza dell’umiliazione, abilismo, classismo, sessismo. Tutto quello che dice è arrogante, cialtrone, lurido». Una critica che per l’Ufficio scolastico regionale è invece un’offesa, come dichiarato ieri dalla direttrice generale Anna Paola Sabatini.
LA PRIMA SOLIDARIETÀ ieri è arrivata dai suoi studenti del Pacinotti-Archimede di Roma dove insegna. All’ingresso della scuola hanno affisso uno striscione con scritto «Tre mesi di sospensione per un’opinione», poi hanno ottenuto dalla preside la convocazione di un’assemblea straordinaria. «Abbiamo fatto tutto noi, il prof non c’entra niente», raccontano. «E lo abbiamo fatto non solo per lui, ma perché è una cosa che potrebbe succedere a tutti, ad altri professori come a noi studenti». Ora preparano una lettera da inviare direttamente a Valditara: «Oltre a essere una decisione ingiusta ci crea un disagio. Cambieremo metodo didattico, poi di nuovo dopo 3 mesi tornerà Raimo, che per noi è un ottimo professore, che si interessa di noi a livello umano e non è vero che fa politica in classe». Anche gli studenti del collettivo della scuola, «Valerio Verbano», non concordano con l’Usr e preparano una mobilitazione per domenica mattina, a cui invitano tutte le forze sociali e politiche della città: «Valditara lo avrebbe potuto querelare se si sentiva offeso, invece ha utilizzato il suo potere di ministro. È la parabola della repressione» commentano. I docenti del Pacinotti-Archimede scrivono all’Usr e a Valditara difendendo il docente e la libertà di espressione: «L’istituzione che reprime e punisce chi esprime il proprio pensiero non allineato è un’istituzione che non educa cittadini liberi, ma alleva sudditi».
REAZIONI anche della Flc Cgil, che denuncia un uso strumentale del codice volto a instaurare un «clima di controllo e intimidazione». Un atto che è «censura politica mascherata da sanzione disciplinare» scrivono nel comunicato, che si conclude lanciando una sfida al ministro: «Censurateci tutti». Anche dalla maggioranza dichiarazioni di solidarietà: Elisabetta Piccolotti di Avs definisce la sanzione «illiberale». Mentre Fratoianni chiosa: «Colpirne uno per educarne cento». In una nota congiunta i parlamentari del Pd si chiedono se il Mim sia da chiamare Minculpop. «Accetterò la decisione socraticamente ma sono traumatizzato, è un provvedimento sproporzionato» dice Raimo, mentre amici e colleghi lanciano una raccolta fondi per sostenerne le spese legali e materiali.
LA MAGGIORANZA esulta, esprimono soddisfazione Rampelli (Fdi), Matone (Lega), Gasparri (Fi). Valditara invece nicchia, e schiva la questione: «È un problema dell’Ufficio scolastico regionale» dice, rimandando indietro le domande. Dopo la legge sul voto in condotta approvata a settembre, la sua controriforma della scuola va avanti.