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6 Dicembre 2024Il professore ha presentato la sua autobiografia, un viaggio nel tempo «Ho ricordato tutto, anche la ferita ancora aperta subita all’ateneo»
di Riccardo Bruni
In una Sala storica affollata come avviene per le grandi occasioni, la Biblioteca comunale degli Intronati ha accolto il professor Giovanni Buccianti con l’affetto e l’ammirazione che si riserva ai grandi. L’occasione era la presentazione del suo libro ‘La mia vita’ (Edizioni Cantagalli), un racconto intimo e intenso in cui i ricordi personali si intrecciano alle vicende della città e alla grande storia, sullo sfondo, alla quale Buccianti, che a lungo è stato professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali nell’Università di Siena, ha dedicato i suoi studi. La voce si è lasciata incrinare dall’emozione nel momento in cui ha ricordato i suoi studenti e l’amara conclusione della sua esperienza universitaria, quando si è sentito negare quel tributo che la comunità accademica gli doveva. «Mi hanno voluto mettere da parte – ha detto – e questa è una ferita ancora aperta. Per questo motivo ho voluto raccontare quella vicenda, facendo nomi e cognomi». Tifoso della Robur e della Virtus, profondamente cattolico, attento osservatore della storia di Siena, dei suoi vizi e delle sue virtù, tanto da rimproverarle di aver affrontato con troppa superficialità, distratta dalle proprie passioni, i momenti più critici. Racconta di aver visto l’iceberg che si avvicinava, tanto che arrivò a chiudere il conto al Monte dei Paschi perché non ne apprezzava la dirigenza, convinto che avrebbe danneggiato la banca e la città. «Si è tolto qualche sassolino dalle scarpe – ha detto Raffaele Ascheri, che ha condotto la serata – e noi accettiamo la sua versione come fonte del vero. Perché ha parlato con una libertà assoluta che capitolo dopo capitolo ci fa entrare nei meandri delle vicende senesi e della sua vita». A introdurre la figura del professore è stato anche il generale Giuseppe Cucchi. «La nostra è stata una lunga collaborazione – ha detto – che continua tuttora. Tra noi ci sono affinità e differenze, la prima è senz’altro dettata dalla sua logica spietata». «Nel libro – racconta Buccianti – ho voluto raccontare aneddoti, momenti importanti, incontri. C’è tutto. La mia militanza nel Partito socialista e gli incarichi che mi ha permesso di ricoprire. Ho assistito con grande dolore al suo sbriciolamento». La Libia, il lavoro su Mattei che lo portò a intervistare Eugenio Cefis, le frequentazioni internazionali e i riconoscimenti ottenuti. Il tutto affrontato con lo stile raffinato, ironico e pungente, con il quale il professore ha affascinato per tanti anni i suoi studenti, che a volte si infilavano nell’aula ad ascoltare le sue lezioni anche se l’esame lo avevano già dato.