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Augusto De Bellis, botanico ed erborista formatosi all’Università di Siena, è il principale studioso della flora del Monte Amiata. Responsabile scientifico dell’Orto Botanico di Fonte Magria, ha recentemente pubblicato, insieme a Giorgio Bonelli e Gianfranco Nanni, il volume Amiata flora spontanea (Ed. Effigi), che raccoglie oltre 1300 specie di piante presenti sull’Amiata, di cui 120 finora mai segnalate in zona.
La ricchezza floristica dell’Amiata è dovuta alla sua origine vulcanica, all’isolamento geografico e alla varietà di suoli e microclimi, che vanno da quelli alpini a quelli mediterranei. Notevole è la presenza di 56 specie di orchidee spontanee, tra cui la rarissima Epipactis etrusca e la Dactylorhiza sambucina varietà chiusa-etrusca, rinvenuta solo in un castagneto di Arcidosso.
La montagna ospita 12 biotopi unici, con specie rare come la felce preistorica Osmunda regalis, il Salice siciliano (un relitto migratorio), la Lonicera coerulea e la Rosa pendulina. Alcune di queste vivono solo qui e in nessun altro luogo in Italia.
Tra le piante più conosciute vi sono anche quelle legate alla tradizione popolare, come la Carlina acanthifolia (Erba di Carlo Magno), utilizzata per curare la peste, e numerosi endemismi etruschi, come la Viola etrusca, il Crocus etruscus, l’Armeria, la Santolina etrusca e l’Epipactis etrusca.