È vero che nei giorni scorsi è stato firmato un accordo preliminare per la vendita dello stabilimento Beko e che si è aperta una prospettiva concreta di reindustrializzazione, grazie anche al coinvolgimento di Invitalia e del Comune di Siena. Tuttavia, Fossi ha ragione nel sottolineare che fino a quel momento il governo non aveva assunto impegni formali, anzi aveva bocciato un ordine del giorno che avrebbe vincolato l’esecutivo a un intervento urgente. Quel voto negativo resta un segnale politico discutibile: avrebbe rafforzato il percorso di rilancio, garantito maggiore trasparenza e dato un mandato preciso alle istituzioni coinvolte. Senza quell’atto parlamentare, tutto è rimasto affidato a soluzioni informali e a iniziative locali, per fortuna efficaci. Ma sarebbe stato meglio se quell’ordine del giorno fosse stato votato.