Nigerian senator to face organ-harvesting charges in the UK
8 Novembre 2022“Tutti i leader che vengono in Egitto parlino di diritti umani”
8 Novembre 2022
di Paolo Valentino
I migranti in mare devono essere salvati: «È nostro dovere morale e legale impedire che affoghino». Per questo, le operazioni di soccorso civile condotte dalle navi delle Ong nel Mediterraneo «non devono in alcun modo essere ostacolate». Ne consegue che tutte le persone messe in salvo devono poter sbarcare ed essere adeguatamente assistite nei porti dei Paesi europei coinvolti. Il governo tedesco non cambia posizione e tiene il punto sulla vicenda dei profughi ancora bloccati nel porto di Catania o al largo delle coste siciliane: non basta aver fatto sbarcare i malati e più fragili dalla Humanity 1 e dalla Geo Barents, anche gli altri devono lasciare le due navi e le altre ancora al largo. Fonti del ministero federale degli Interni dicono al Corriere che soltanto in questo modo si potrà poi far scattare il ricollocamento previsto dall’accordo di Malta del 22 giugno scorso, il meccanismo volontario di solidarietà in base al quale la Germania si era impegnata ad accogliere fino a 3500 migranti. Un primo trasferimento sul territorio federale di 74 richiedenti asilo è già stato realizzato in ottobre. Ma senza la premessa dello sbarco di tutti i profughi, non c’è al momento alcuna offerta da parte tedesca di accogliere nuove quote di profughi dall’Italia. L’intesa d’inizio estate, secondo le fonti, è «un primo passo». Progressi sostenibili possono darsi soltanto nel quadro di una riforma del sistema comune del diritto d’asilo europeo, che «assicuri un equilibro tra responsabilità e solidarietà». Colloqui continui e intensi sono in corso tra il governo di Roma e quello di Berlino, ma le posizioni sono ancora lontane: «Il nostro obiettivo è che tutte le persone salvate in mare scendano a terra e di questo parliamo con le autorità italiane». A un livello politico più alto, dopo lo scambio tra la ministra degli Esteri Annalena Baerbock e il nuovo titolare della Farnesina, Antonio Tajani, avvenuto la scorsa settimana in margine al G7 dei capi delle diplomazie a Münster, sarà decisivo l’incontro tra la tedesca Nancy Faeser e il nostro Matteo Piantedosi, che dovrebbe tenersi durante il G7 dei ministri degli Interni in programma il 17 e 18 novembre nel monastero di Eltville, in Assia. Esponenti della maggioranza di governo fanno tuttavia notare che, nonostante la solidarietà verso l’Italia sia dovuta, il caso italiano non è veramente prioritario se messo a confronto con le situazioni emergenziali di Malta, Grecia e Cipro, per non parlare dell’Ucraina, di cui la Germania già ospita quasi un milione di rifugiati. Ricordano infatti che il nostro Paese non è neppure tra i primi dieci nella graduatoria di quelli che hanno accolto più profughi, in rapporto al numero di abitanti, mentre le richieste di asilo sono inferiori alla media. Per questo, «non è utile» l’inasprimento dei toni che ha segnato l’esordio del nuovo governo di Giorgia Meloni, la quale ha definito «navi pirata» quelle delle Ong. «Le organizzazioni umanitarie — dice un deputato verde — colmano una lacuna oggettiva, in assenza di un’operazione europea di salvataggio in mare».