di GIUSEPPE COLOMBO
Lo scatto c’è, ma il passo resta lento. Così debole da risultare il più fiacco in Europa. Sono le ultime tabelle pubblicate da Eurostat a dire che l’occupazione in Italia sta crescendo, ma ad aumentare è anche la distanza dalla media dei 27 Paesi dell’Ue.
Basta guardare il tasso di occupazione registrato nell’ultimo trimestre del 2024 per la fascia 15-64 anni: è calato di 0,1 punti rispetto ai tre mesi precedenti, ma è aumentato di 0,2 punti rispetto allo stesso periodo del2023, a quota 62,2%. Ecco lo sprint. Tuttavia questa crescita tendenziale non è bastata a colmare il gap con la media Ue, che anzi è aumentato, seppure di poco (0,1), passando da 8,6 a 8,7 punti. Il grafico che indica il livello dell’occupazione nei Paesi dell’Unione europea è ancora più emblematico: l’Italia è ultima. Resta maglia nera.
Scorporando i dati, il divario con l’Europa è forte soprattutto per l’occupazione femminile e per quella giovanile. Sempre prendendo come riferimento il quarto trimestre dell’anno scorso, il tasso di occupazione per le donne è pari al 53,1%, contro una media Ue del 66,3%: i punti di distacco sono 13,2, in aumento rispetto ai 12,8 dell’ultimo trimestre 2023. La Germania resta lontanissima: lì a essere occupato è il 74,2% delle donne in età da lavoro. Trend inverso per gli uomini: tasso al 71,3% in Italia a fronte del 75,4% nell’Unione europea. La distanza si è ridotta, passando in un anno da 4,3 a 4,1 punti.Il gap è ancora più contenuto se si guarda alla fascia 25-54 anni: 84,4% al lavoro in Italia e 87,5% nell’Ue.
Capitolo giovani. Qui il passo rispetto al resto dell’Europa si fa ancora più lento: il tasso di occupazione per la fascia d’età 15-24 anni si ferma al 19,2%, ovvero 15,6 punti in meno rispetto alla media Ue, pari al 34,8%. In un anno, l’Italia ha perso un punto percentuale. La stessa dinamica che caratterizza l’intera popolazione in età lavorativa contraddistingue anche questo segmento:a essere penalizzate di più sono le donne.
I dati Eurostat vengono accolti dalla politica con giudizi opposti. «Certificano il fallimento delle politiche del governo Meloni sul lavoro», commenta Arturo Scotto, capogruppo per il Pd in commissione Lavoro alla Camera. «Il governo Meloni può giovarsi di un altro primato: oltre un milione di persone sono tornate al lavoro», dice invece il senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.