
IL CECO D’ISRAELE
3 Maggio 2025
Chi ha paura di reindustrializzare la ex Gkn di Firenze?
3 Maggio 2025A due anni e mezzo dall’inizio del suo mandato, Giorgia Meloni rivendica stabilità, riconoscimento internazionale e una svolta sull’occupazione. Tuttavia, molte delle riforme promesse – come il premierato e l’autonomia differenziata – sono ferme o in stallo. Solo la riforma della giustizia mostra qualche avanzamento.
La premier parla di un milione di nuovi posti di lavoro, ma i dati mostrano che i salari reali restano più bassi rispetto al 2021. Secondo Oxfam e la Fondazione Di Vittorio, la crescita occupazionale è dovuta in gran parte a fattori strutturali e non a nuove politiche. Il governo esclude un salario minimo e i fondi per i rinnovi contrattuali sono insufficienti.
Su sicurezza sul lavoro e carceri, gli interventi annunciati non hanno ancora avuto impatto concreto. I suicidi nelle carceri sono in aumento, e mancano riforme strutturali.
Meloni minimizza le critiche sulla libertà di stampa, ma l’Italia è in calo nei ranking internazionali e le tensioni con la stampa critica restano evidenti.
Sul piano internazionale, la premier mantiene un equilibrio tra Trump e von der Leyen, rivendicando un approccio pragmatico e risultati su PNRR e migrazione.
In politica interna attacca la sinistra per un uso “strumentale” dell’antifascismo e denuncia attacchi personali. Lascia intendere una ricandidatura nel 2027, ma nel centrodestra si parla anche di un possibile voto anticipato per capitalizzare il consenso.
Dietro una narrazione ottimista, restano fermi molti nodi: riforme incomplete, salari stagnanti, disuguaglianze crescenti. I referendum di giugno potrebbero offrire il primo vero banco di prova per il governo.