Caro amico,
ti scrivo così mi distraggo un po’ per avvertirti che, no, neanche nell’anno che verrà ci saranno due Natali. Forse, però, il prossimo Natale 2025 sarà migliore di quello che abbiamo appena festeggiato. La comunità internazionale riuscirà a porre fine con una pace giustificabile e duratura alle due maggiori guerre dei nostri infausti tempi e a dare inizio alla ricostruzione su nuove, concordate e presidiate, più solide basi.
No, l’immigrazione non finirà né di qua né di là dell’Atlantico, ma saranno molti a capire che i migranti che vengono in Europa fanno uno straordinario omaggio al vecchio continente. Dicono che qui vogliono vivere e fare vivere le loro famiglie. Che qui contano e sperano di trovare libertà, opportunità, lavoro. Hanno imparato che non pochi fra coloro che li hanno preceduti sono riusciti persino ad avere carriere politiche di successo.
No, i migranti di qualsiasi colore e, augurabilmente, di qualsiasi credo religioso, non vogliono “sostituirci”. Vogliono vivere con noi, imparando e rispettando le nostre tradizioni, costumi, costituzioni, avendo acquisito consapevolezza che chi viola le leggi, cittadino oppure no, merita di pagarne il prezzo.
No, i sovranisti non smetteranno di sfruttare la paura dei loro concittadini, di cercare capri espiatori e di additarli al ludibrio delle genti, ma l’integrazione procederà con alti e bassi, con pazienza e impegno. L’Europa ha già assorbito fenomeni migratori più o meno ampi. Possiede le risorse economiche, culturali, politiche per continuare. Con l’accesso di nuovi stati-membri, l’Unione europea diventerà ancora più grande, più estesa, più diversificata e affronterà sfide vecchie, populisti e sovranisti anche del nostro stivale, e nuove, competizione con la Cina e intelligenze artificiali. Nei conflitti emergeranno nuove leadership e forse cadranno gli opportunismi e le opportuniste.
Ripensare la democrazia
Nell’anno che verrà si affaccerà un ripensamento sulla democrazia che abbiamo e sulla democrazia che vorre(m)mo. Saranno smentiti i profeti di sventure poiché nessuna democrazia esistente cadrà. Faranno la loro comparsa alcuni profeti che si avventureranno a sostenere senza se e senza ma l’assoluta irrinunciabile necessità della libera espressione e circolazione di idee, di dibattiti pubblici aperti, trasparenti, non inquinati.
Verranno individuati i nemici delle democrazie, coloro che in nome di mai esistiti precedenti, l’egualitarismo assoluto e il partecipazionismo totale, feriscono e indeboliscono le democrazie realmente esistenti. Verranno messi ai margini coloro che, facendosi forti di uno slogan qualunquista-populista, “il popolo ha sempre ragione”, rinunciano, anche perché non ne hanno né le capacità né le conoscenze, a criticare il “popolo” che non si interessa di politica, che non si informa sulla politica, che non vota e indebolisce la democrazia sua e degli altri a favore di chi mira a conquistare pieni poteri.
L’anno che verrà non porterà latte e miele per tutti. Forse, però, accrescerà la consapevolezza che, prima di distribuirlo, quel latte e quel miele bisognerà produrlo e che soltanto un accresciuto impegno nella produzione avrà successo traducendosi in una più ampia e accurata distribuzione.
Libertà, eguaglianze, solidarietà. Caro amico, lo so che non basterà un anno solo per cambiare la cultura politica di un popolo (oops), meno che mai del popolo italiano. L’obiettivo è di formidabile difficoltà. Per questa ragione, ma anche siccome sei molto lontano, più forte (e più volte) ti scriverò. Buon anno.