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Roma. Di prima mattina, in Senato, Giorgia Meloni parte quasi dimessa, di sicuro non carica e urlante come finirà in serata alla Camera: “Non dovete essere nervosi perché il governo va male e sta per arrivare il vostro momento”, dirà con tono e decibel di sfida alle opposizioni. E ancora: “Governerò altri quattro anni e poi chiederò il parere agli italiani”. Prima di lasciare Palazzo Madama all’ora di pranzo per andare al Quirinale in un sussulto di orgoglio aveva avvisato che “la maggioranza è unita e che tutti se ne devono fare una ragione”. La premier è in Parlamento per le consuete comunicazioni in vista del Consiglio europeo di oggi a Bruxelles. Si nota un dato politico nel rapporto con le opposizioni: la premier cita, riconosce e attacca, più volte, Giuseppe Conte, ma mai Elly Schlein, leader del Pd. In questa fase, Meloni sembra trovare rifugio dai guai interni (tra fantasmi e complotti) a Bruxelles, nella proiezione di leader del G7, alle prese con due guerre, a est e in Medio oriente. E proprio sulla difesa di Israele, la premier cita di nuovo, come accaduto al Cairo sabato scorso, parole definitive e non equivocabili contro Hamas e contro un cessate il fuoco che non si può chiedere ora a Tel Aviv. Poi irrompe il fattore Marina Berlusconi. E dunque l’ombra del caso Giambruno.
La primogenita del Cav. usa un’anticipazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa: “In questi giorni ho letto e sentito di tutto: retroscena inventati di sana pianta, ricostruzioni totalmente prive di senso logico e spesso anche contraddittorie”. La verità, dice Marina Berlusconi, è una sola: “Stimo molto Giorgia Meloni. La trovo capace, coerente, concreta. La apprezzo sul piano politico e la apprezzo molto anche come donna, ancor più in questi giorni”. Si cerca dunque di spegnere l’incendio fra Mediaset e la premier dopo i fuorionda di Giambruno e i cattivi retropensieri che albergano a Palazzo Chigi. Antonio Tajani, fra l’incudine e il martello in quanto leader di Forza Italia e possibile oggetto di ripicche e ritorsioni da parte della leader di Fratelli d’Italia, facilita l’intervento di Marina con una telefonata. La premier viene raccontata dai parlamentari che riescono a raggiungerla “provata e stanca”. Tuttavia non si fida dell’azienda della famiglia Berlusconi. Fratelli d’Italia motiva l’intervento di Marina anche come una mossa dell’imprenditrice per tranquillizzare i mercati (ieri il titolo di Mediaset ha chiuso debole in Borsa con un -3 per cento dopo giorni ancora più complicati). Le parole di Meloni, al di là delle schermaglie con l’opposizione e soprattutto con Conte, sono tutte concentrate sul Consiglio europeo, sulla condanna a Hamas, sulla legittimità di Israele di difendersi, pur riconoscendo due popoli e due stati. La premier critica l’approccio dell’Europa divisa sul medio oriente e torna a parlare di immigrazione, anche se l’argomento non sarà all’ordine del giorno. Ci sarà il Mes, questo sì, che sarà affrontato domani durante l’Eurosummit. L’Italia continua a opporsi alla ratifica del nuovo regolamento, in solitudine, nonostante le pressioni che si rincorrono puntuali a Bruxelles. Dove oggi Meloni arriverà alle dodici per dimenticare le grane interne, che si arricchiscono anche di Vittorio Sgarbi, sottosegretario abbastanza in bilico. Ritirargli le deleghe sarebbe un segnale a Forza Italia. (s.can.)