Dice che si batterà per sostenere il progetto di rifacimento dello stadio Franchi di Firenze. E evidentemente al sindaco Dario Nardella l’atteggiamento da Fight Club deve essere rimasto incistato dal giorno in cui hanno fatto il giro del mondo le immagini di lui che bloccava l’imbrattatore di Palazzo Vecchio.

Peccato che stavolta il bellicoso piglio rischi di non bastare. Perché i rilievi giunti dalla Commissione europea relativamente ai 55 milioni Pnrr di euro di sua pertinenza, quota estremamente consistente sul finanziamento di circa 200 milioni di euro per il rinnovato stadio della Fiorentina, rischiano di fermare tutto.

Quei fondi sarebbero destinati ai Piani urbani integrati che hanno l’obiettivo di rendere le periferie più sicure, inclusive e sostenibili. Possono essere utilizzati per le opere di ammodernamento di uno stadio? Il sindaco che si batte e non s’abbatte dice sì.

Ma intanto dà chiari segni d’inquietudine, lui che fra le scarse doti non possiede il controllo dei nervi. E muovendosi in cerca di un appiglio ottiene soltanto la generica promessa che «tutte le opere del Pnrr saranno difese» da parte del ministro Raffaele Fitto, che però ha appena deluso l’Ue affermando l’impossibilità di adempiere tutte le opere entro i termini previsti.

QUINDICI ANNI DI NULLA

Così vanno le cose, nella città dove si chiacchiera di impiantistica sportiva e nuovo stadio da settembre del 2008. Cioè un’altra èra geologica. Il sindaco di Firenze si chiamava Leonardo Domenici e la proprietà viola era nelle mani dei fratelli Della Valle. Allora per la prima volta si parlò di Cittadella viola (progetto mai nemmeno abbozzato) e di nuovo stadio nell’area di Castello, posta allora sotto sequestro giudiziario.

Da quei giorni sono passati quindici anni. Si sono succeduti due sindaci (Matteo Renzi e Nardella). È arrivata una nuova proprietà dall’altra parte dell’oceano.

La Cittadella è stata rimpiazzata dal Viola Park voluto da Rocco Commisso, ma a Bagno a Ripoli. E quanto al nuovo stadio nel comune di Firenze, è stato spazzato via dopo che l’ipotesi di Castello non è mai stata all’orizzonte e l’alternativa dell’Area Mercafir in zona Novoli si è risolta in una disfatta per lo stesso Nardella, che ha indetto un bando clamorosamente snobbato dalla Fiorentina di Rocco Commisso.

Un’altra ipotesi di nuovo stadio si era presentata all’orizzonte. L’impianto avrebbe dovuto sorgere in un’area alla periferia del comune di Campi Bisenzio, a una manciata di chilometri da Firenze.

I contatti fra Commisso e la giunta allora guidata dal sindaco Emiliano Fossi, poi eletto deputato alle politiche dello scorso 25 settembre, quindi diventato segretario regionale del Pd dopo le primarie che hanno incoronato Elly Schlein, erano anche bene avviati. Rimanevano pesanti problemi di viabilità e urbanizzazione, ma intanto il dialogo c’era. Per poi fermarsi all’improvviso. Motivo? Mai chiarito.

Rimangono però agli atti gli strali di Nardella durante quei mesi davanti alla prospettiva di passare alla storia come il sindaco che avrebbe visto portare via la Fiorentina da Firenze e abbandonare lo stadio Artemio Franchi alla decadenza.

E rimane anche agli atti la dichiarazione che con grande sensibilità istituzionale affidò ai media in quella fase: «Mi batterò contro tale ipotesi (lo stadio a Campi) con tutte le forze che ho, come sindaco di Firenze e come sindaco metropolitano». E così è andata a finire che si è tornato alla casella di partenza: il Franchi e il suo “restyling”, come da orrendo anglicismo imposto nel linguaggio quotidiano.

Rispetto al Franchi, Commisso è stato sempre molto chiaro: o si rifaceva come diceva lui – cioè, raderlo al suolo e rifarlo da capo, cosa impossibile perché lo stadio progettato dall’architetto Pier Luigi Nervi è un bene vincolato dal Mibact – o lui non ci avrebbe messo un euro.

Dunque l’impianto andrà ristrutturato con (parecchi) soldi pubblici, ma per farne godere i benefici a un privato. Il che sarebbe un caso pressoché unico al mondo. E già prima che dalla Commissione europea arrivassero le eccezioni, a Firenze è scoppiato il caso: ma dato che per due anni lo stadio sarà impraticabile causa rifacimento, dove giocherà la Fiorentina nelle stagioni ‘24-’25 e ‘25-’26? Panico.

Anche perché molte delle soluzioni ipotizzate sarebbero diseconomiche per la società viola o impossibili per la rivalità fra la tifoseria fiorentina e quelle locali. Tant’è che in queste ore, sui siti web che si occupano di Fiorentina, s’è scatenato il gioco “siamo tutti urbanisti” con gara a chi individua l’area per l’edificazione di uno stadio provvisorio. E intanto il sindaco assiste.

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